Manifesto: Piazze semi-vuote, il flop degli studenti medi
pochi alla mobilitazione dell'Uds, che ammette: «È un momento delicato»
Chi si aspettava migliaia di studenti in piazza sognando un nuovo autunno caldo è rimasto deluso. Più che deluso. In pochi hanno risposto all'appello dell'Uds che ieri aveva lanciato il Surfing day contro i nuovi regolamenti attuativi del ministro Mariastella Gelmini. E per affermare altre priorità: in primis nuove risorse sull'edilizia scolastica, la didattica e il riordino degli istituti tecnici e professionali.
Così se qualche mese fa il semplice schiocco delle dita provocava l'alta marea, ora l'Onda anomala viaggia su altri numeri. In cinquecento a Roma per un corteo che è finito sotto il ministero dell'Istruzione. Stesse cifre nelle altre località, circa una trentina (tra cui Torino, Genova, Cagliari, Napoli) in cui si era organizzata la protesta. Eppure c'è chi guarda il bicchiere mezzo pieno: «Sommando la partecipazione di tutte le manifestazioni il bilancio non è del tutto negativo». «E' stato un segnale di vitalità in vista della primavera» aggiunge, in maniera coraggiosa, qualcun'altro. Resta però il fatto. In passato lo slogan «Noi al crisi non la paghiamo» e le stesse parole d'ordine avevano reso l'Onda anomala un movimento inarrestabile. Adesso qualcosa si è "inceppato".
«Innanzitutto è la prima volta che si lancia un'iniziativa nazionale a febbraio e in questo periodo si chiudono i quadrimestri, è tempo di studio per gli studenti», ricorda Simone Basile, coordinatore romano dell'Uds, che poi entra nel nocciolo della questione. «Nelle scuole - spiega - c'è un appiattimento dell'interesse su questioni prima sulla bocca di tutti». Insomma dopo una fase di rivolta iniziale, i ragazzi si sono assuefatti e rassegnati ai provvedimenti di Gelmini. Ma c'è dell'altro. «E' mancata quell'unità necessaria tra le organizzazioni principali per continuare la protesta», aggiunge Basile, «il fronte non è più compatto come in autunno e non è stato capace di riformulare un linguaggio attrattivo».
Intanto, considerando ieri solo una battuta d'arresto, si guarda già alla prossima data: il 18 marzo, lo sciopero generale della Flc Cgil. Quel giorno ci saranno anche gli universitari che, pur stando in fase carsica, provano a mantenere un minimo di attivismo e vertenzialità. «Se ripartiamo dai territori e recuperiamo le forze perse per strada possiamo rivivere un nuovo autunno», afferma speranzoso l'Uds. E sperar non nuoce.