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Manifesto-Piazza al gran completo. Grazie al ministro

ROMA Piazza al gran completo. Grazie al ministro Bambini, genitori, studenti, docenti e ricercatori. Oggi insieme contro la distruzione della scuola GIORGIO SALVETTI A Roma, questa volta tutti, ...

15/05/2004
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il manifesto

ROMA
Piazza al gran completo. Grazie al ministro
Bambini, genitori, studenti, docenti e ricercatori. Oggi insieme contro la distruzione della scuola
GIORGIO SALVETTI
A Roma, questa volta tutti, per manifestare contro le riforme della Moratti. Dalle scuole materne all'università, oggi scendono in piazza gli insegnanti, gli studenti e anche i genitori; i sindacati di base (Sincobas sciopera in tutto il settore) e pure Cgil e Cisl, Prc e Verdi, insomma tutto il centro sinistra, fino all'Udeur. Un fronte composito mai così ampio si è dato appuntamento in piazza della Repubblica, alle 14, convinto che è ancora possibile fermare il ministro più criticato del governo Berlusconi. Difficile dire se davvero la Moratti riuscirà a cambiare a colpi di decreto il volto della scuola italiana, che da quarant'anni aspetta riforme che non arrivano mai in porto, e difficile dire anche se riuscirà a modificare il paludoso mondo in cui sopravvive l'università. Se non altro perché a tarpare le ali delle sue "riforme" potrebbero essere prima di tutto le forbici del ministro Tremonti. Certo è che la Moratti può già vantare un invidiabile record: mai nessun ministro della pubblica istruzione era riuscito a mobilitare un fronte così ampio. Non piace l'impronta familistica e filocattolica che sta alla base delle sua idea di scuola, la premurosa attenzione verso scuole confessionali e private, e sconcerta il metodo decisionista per passare dai disegni di legge alla riforma di fatto. Eppure, paradossalmente, la protesta è cresciuta dalla rivolta delle famiglie e da quei coordinamenti per la difesa del tempo pieno che si sono mobilitati scuola per scuola, con i genitori in testa.

La manifestazione nazionale di oggi è stata convocata proprio da quei coordinamenti e non è stato difficile portarsi dietro tutti gli altri settori del sistema formativo. Nel corteo sfileranno fianco a fianco i ricercatori e gli insegnanti precari, gli studenti delle superiori e le mamme con i bambini - e per loro sono previsti laboratori e attività ludiche e ricreative. Ognuno è scontento per ragioni diverse e spesso controverse. Se l'anima ispiratrice delle riforme è chiara è più complesso addentrarsi nei dettagli tecnici dei provvedimenti del ministro, che forse proprio per questo troppo spesso riesce inspiegabilmente a far bella figura nei contraddittori televisivi. A partire proprio dal tempo pieno. Da un lato il ministro promette che non verrà abolito, ma di fatto già dal prossimo anno alle elementari è previsto un tempo didattico uguale per tutti e un tempo aggiuntivo facoltativo; le assunzioni di nuovi insegnanti sono bloccate da tre anni, sulla carta non dovrebbe diminuire l'organico eppure in molte scuole gli insegnanti, a meno di provvedimenti dell'ultimo momento, non basteranno.

Alle superiori, poi, la riforma prevede il doppio binario che distingue la formazione professionale dal resto del sistema scuola. Per il ministro il ramo professionale porterebbe sui banchi tutti coloro che ora preferiscono andare a lavorare e aiuterebbe a diminuire il vero problema della scuola italiana, l'altissima dispersione scolastica; ma la richiesta di formazione professionale viene da un mercato che preferisce abbattere i costi del lavoro piuttosto che puntare sull'aumento di valore aggiunto, e dunque viene rispolverato un sistema scolastico classista. Sullo sfondo, programmi che si dimenticano di Darwin e pagelle che rimettono l'accento sul voto in condotta.

All'università, la Moratti è vissuta con timore dalle lobby baronali che temono attacchi al loro indiscusso potere - è di ieri l'annuncio del ministro che propone votazioni degli studenti ai prof - ma la scure del ministro di fatto colpisce l'infinita schiera di precari sfruttati al servizio dei potentati accademici, i quali da un lato cercano di cavalcare le proteste dei ricercatori a loro uso e consumo e dall'altro sono sempre pronti a patteggiare con il ministro.

Moratti almeno un merito ce l'ha: da tempo non si vedeva tanto fermento nel sistema formativo italiano.


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