Manifesto: Pasticcio iscrizioni, il Berchet di Milano: «Restiamo classico»
ISTITUTI SUPERIORI
ROMA
Il segno del fuoco che cova sotto la cenere lo dà, con la discrezione che ci si attende da uno dei più rinomati licei pubblici italiani, il Berchet di Milano. sul loro sito si legge: «Attenzione!! Il liceo Berchet è e rimarrà un liceo classico! Chi fosse interessato al liceo musicale/coreutico, prenda contatto direttamente con il conservatorio». L'istituto non deve aver gradito la «confluenza» (così si dice in greco) decisa in modo automatizzato dai terminali del ministero dell'Istruzione, che stanno decidendo - senza alcun momento di confronto con il territorio - come trasformare le «vecchie» superiori nelle «nuove» superiori volute dal ministro Maristella Gelmini. Come è noto la riforma delle superiori - propagandata dal governo come «la prima dopo Gentile», e in realtà niente più che un riordino degli indirizzi più qualche scarsa novità - doveva partire dal prossimo anno scolastico. Ma al momento dell'approvazione del decreto da parte del governo la novità: parte tutto immediatamente, anche se le iscrizioni erano alle porte.
E, ora, è il caos. Non hanno problemi i ragazzi e le famiglie che avevano già scelto un indirizzo che è rimasto in piedi. Problemi a non finire, invece, per coloro che intendono scegliere uno dei nuovi indirizzi annunciati dal ministro, oppure qualcuno che aveva scelto uno degli indirizzi ormai decaduti e che non sa bene come lo possa sostituire. Ma è caos anche tra regioni e governo. Le prime si sentono scavalcate: tocca a loro definire i piani dell'offerta formativa regionali, ma non possono farlo finché i regolamenti non saranno pubblicati in Gazzetta ufficiale e questo non è ancora avvenuto.anzi, i regolamenti non sono ancora passati per la firma del presidente della Repubblica e il vaglio della Corte dei Conti. Quindi, la pubblicazione non avverrà domani. E ancora: è caos tra i vari istituti, come nota l'assessore alla formazione dell'Umbria, Maria Prodi: ««Fra le scuole superiori si stanno aprendo gravi tensioni - ha denunciato - a causa di percorsi che erano già consolidati presso alcune scuole e che vengono persi, e per indirizzi ulteriori che, inseriti in alcuni istituti, vanno a erodere il bacino di utenza storico di altre scuole. Ovviamente non si può incolpare nessuna scuola di cercare di mantenere i livelli di servizio e di occupazione, attivando ciò che il ministero concede». Le scuole, insomma, sono in guerra tra loro per poter mantenere indirizzi che avevano un buon successo e che magari nella «confluenza» decisa dai computer del ministero viene invece dato a qualcun altro. Prodi denuncia una «migrazione di iscrizioni, e conseguentemente di docenti, da un istituto a un altro» e promette: «Il governo dovrà renderne conto». Situazione incandescente anche nelle Marche, dove la pubblicazione sul sito internet del ministero dell'Istruzione - che al momento sembra aver sostituito gli atti ufficiali - delle sedi dei licei coreutici/musicali ha lasciato l'amaro in bocca a molti. Autorizzato soltanto quello del Carlo Rinaldini di Ancona, l'unico a non essere compreso nella programmazione regionale, che indicava puntualmente cinque licei nelle cinque province. «Il Governo ha disconosciuto la programmazione regionale e le indicazioni delle province - ha attaccato la consigliera regionale del Pd Sara Giannini - Faremo sentire la nostra voce».
A venti giorni dalla chiusura delle pre-iscrizioni, insomma, è un gran pasticcio. E ognuno risponde come può, e come vuole. Sul sito del liceo linguistico Bachelet di Trieste si legge che l'orientamento alle famiglie previsto per il 5 marzo «in attesa dello specifico regolamento ministeriale per il liceo europeo» (altra promessa di Gelmini). ci. gu.