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Manifesto: PANTALEO (FLC CGIL): «No alla guerra tra i precari: il governo faccia posto a tutti»

«Il problema non è stare con quel precario o con quell'altro: è chiaro che sia che abbia alla fine ragione la ministra, o che la abbia il Tar, si scontenteranno comunque diverse centinaia, se non migliaia di persone. La soluzione sta nel rivedere i tagli e fare posto a tutti, come era in passato e secondo le reali esigenze della scuola».

11/10/2009
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il manifesto

«Il problema non è stare con quel precario o con quell'altro: è chiaro che sia che abbia alla fine ragione la ministra, o che la abbia il Tar, si scontenteranno comunque diverse centinaia, se non migliaia di persone. La soluzione sta nel rivedere i tagli e fare posto a tutti, come era in passato e secondo le reali esigenze della scuola». Mimmo Pantaleo, segretario della Flc Cgil, spiega che «il problema non sta tanto nel fare le graduatorie a pettine o a coda, ma è a monte: i tagli operati dalla ministra, e da tutto il governo, hanno creato molta meno disponibilità di posti, e questo ha generato nuovi conflitti tra i precari che prima non ci sarebbero stati, dato che più o meno si sistemavano tutti».
Il fronte dei precari per ora è diviso.
La ministra ha lavorato per questo, con i suoi regolamenti ha ignorato la legislazione. Basti pensare ai «contratti di disponibilità»: chi vi aderisce acquisisce la precedenza ad avere le supplenze brevi rispetto agli altri docenti, stravolgendo le graduatorie di istituto. E così è stato per quelle provinciali: la ministra ha deciso di mettere in coda i precari che arrivavano da altre province. Voglio dire: è chiaro che chi è iscritto da anni in una stessa lista, prova rabbia se all'ultimo momento viene una persona dall'esterno e ti prende il posto, ma la colpa non è dei lavoratori. Il problema è a monte: sono i tagli che hanno generato un numero limitatissimo di posti, e dunque qualsiasi criterio applichi - inserire i nuovi iscritti «in coda» o «a pettine» - comunque ne escludi tanti altri. Da sempre chi ha cambiato provincia è entrato secondo il suo punteggio, solo che prima i conflitti non c'erano perché più o meno entravano tutti.
Dunque la soluzione dove sta?
Non si può operare a pezzi, attaccando ora i diritti di un gruppo, ora quelli dell'altro, come fa la ministra Gelmini. E va detto che i tagli sono frutto della mancanza di risorse, e dunque anche responsabilità del ministro dell'Economia Tremonti e di tutto il governo. Noi chiediamo che si dia una risposta coerente a tutti: se si ripristinano prospettive di stabilizzazione per la totalità dei precari, non ci saranno più i singoli conflitti sul «pettine» o sulla «coda», perché sai che alla fine entrerai.
Ma la ministra ascolta le vostre richieste?
Gelmini è totalmente autoreferenziale, e si comporta così anche nei rapporti con i sindacati, in particolare con la Cgil. Dopo le manifestazioni del 3 ottobre abbiamo ribadito la richiesta di un tavolo a Palazzo Chigi, dove si affronti in modo generale e definitivo il problema dei precari: non solo degli insegnanti, ma anche degli Ata, gli amministrativi e il personale non docente. La soluzione non può che stare in tre ingredienti: 1) Stilare piani pluriennali di assunzione, in modo da dare una prospettiva a tutti; 2) Aumentare le immissioni in ruolo; 3) Rivedere i tagli. an. sci.


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