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Manifesto: Pagare più tasse? Per scuola e salute, non per la sicurezza

Un sondaggio Anci

07/11/2007
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il manifesto

I cittadini italiani metterebbero mano al portafoglio solo per migliorare i servizi sociali e per fare fronte ai problemi della viabilità e dell'inquinamento. Un'indagine commissionata dai comuni rivela che sono i sindaci ad essere in preda alla paura. Ma le amministrazioni locali la vedono così: «La popolazione vuole vivere al sicuro senza dover pagare»
Theo Guzman
Sorpresa. Quella della sicurezza sembra essere un'ossessione più dei sindaci italiani che dei loro cittadini. Così almeno si evincerebbe da un sondaggio che ieri è stato reso noto all'Anci, l'Associazione dei comuni italiani, durante la presentazione del rapporto «Economia e Finanza Locale», una ricerca di Ifel - l'istituto di ricerca creato da Anci - sul rapporto tra finanza locale, servizi ai cittadini e sviluppo del territorio.
Secondo il sondaggio di Swg commissionato da Ifel, alla domanda «in quali ambiti sarebbe disposto a pagare più tasse delle attuali», 20 italiani su 100 scelgono la sicurezza ma ben di più, 26, preferiscono i servizi sanitari. E se si sommano servizi sanitari, qualità ambientale (16%) e educazione (15%), sono 57 su 100 i cittadini che spenderebbero qualcosa in più per migliorare la qualità del servizio sociale. Se poi si sommano tra loro le risposte «riduzione dell'inquinamento» (15%) e del «traffico» (8%), sembra di capire che per l'italiano medio i problemi della viabilità e dei gas di scarico (23%) sopravanzano la preoccupazione sicurezza... In una parola l'80% dei residenti nei comuni italiani, se deve mettere mano al portafoglio, lo fa volentieri per salute, educazione e aria pulita e assai meno per guardie giurate e porte blindate.
Ma quando dal pubblico si chiede un commento al dato, gli amministratori locali presenti fanno barriera: l'interpretazione dell'assessore al bilancio del Comune di Roma, Marco Causi, è che il sondaggio rivelerebbe soltanto la propensione a spendere di più «e pertanto si scelgono i servizi sociali dal momento che la sicurezza per il cittadino si dà per scontato che non debba essere pagata e non compete poi direttamente agli enti locali». Anche per il sindaco di Ancona, Fabio Sturani, vicepresidente Anci e responsabile per la fiscalità locale, la sicurezza è al primo posto ma, aggiunge, «deve essere garantita per tutti, immigrati compresi». Nessuno si sente però di negare l'assioma per cui la sicurezza è ormai in testa ai pensieri dei cittadini. Non di meno, il sondaggio è abbastanza chiaro anche se, è bene ricordarlo, è precedente all'ultima «campagna» scattata dopo il massacro di Tor di Quinto e alimentata dal «pacchetto sicurezza» all'unisono approvato dagli amministratori dell'Anci presenti al lancio del Rapporto.
Dall'indagine Ifel emerge comunque che, come chiosa Sturani, «autonomia finanziaria vuol dire più risorse, più servizi ai cittadini e più responsabilità per i Comuni. In 5 anni i trasferimenti dello Stato in questo campo si sono ridotti del 21% e nonostante questo abbiamo aumentato la spesa sociale, anche se il divario tra Nord e Sud è forte». «I Comuni -aggiunge Fabio Sturani - sono un'opportunità per il paese: l'80% della spesa per le infrastrutture pubbliche provengono dagli enti locali e la metà dai Comuni», ha spiegato ma ha anche aggiunto che «è necessario un riequilibratore tra Nord e Sud, con uno sforzo perequativo che la costituzione attribuisce allo Stato mentre l'attuale disegno di federalismo fiscale attribuisce alle Regioni, interpretazi[one secondo noi sbagliata».


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