Manifesto: Nuovi «programmi» sui banchi Novecento alle medie e tabelline
Il ministro Fioroni presenta le Indicazioni nazionali. Il testo si ispira a Morin, ma lui fa il passatista: «Bene internet, ma bisogna sapere l'italiano». Ritocco sul ruolo delle parrocchie. Oggi il ripristino del tempo pieno
Cinzia Gubbini
Roma Più «decoro» nelle scuole: il ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni ha presentato ieri le nuove Indicazioni nazionali per la scuola dell'infanzia e il primo ciclo di istruzione (elementari e medie), annunciando che bisogna tornare allo studio dei «fondamentali» tra cui grammatica e tabelline. Ma già per oggi si prevedono una serie di provvedimenti «urgenti» sul tavolo del Consiglio dei ministri tesi a modificare l'organizzazione scolastica. Tra questi ce ne sarà sicuramente uno contro i cosiddetti «prof fannulloni»: il ministro vuole snellire le farraginose procedure che impediscono di togliere dall'insegnamento i docenti sottoposti a provvedimenti disciplinari. Il provvedimento più atteso, però, è quello che riguarda il ripristino del tempo pieno. Un'anticipazione del cosiddetto «Bersani ter» già discusso in Commissione cultura alla camera. Prevederà il ritorno al modello «previgente la riforma Moratti», ma specificherà che ciò avverrà «nei limiti dell'organico dato». Proprio ieri il «Coordinamento per il tempo pieno e prolungato» ha inviato una lettera per lamentare le ambiguità del testo: non si nomina la compresenza di quattro ore degli insegnanti, né la contitolarità. Per non parlare del riferimento ai limiti dell'organico.
Ma torniamo alle Indicazioni nazionali - che con la scuola dell'autonomia sostituiscono i vecchi programmi. I contenuti erano già stati anticipati questa estate. Nell'ultima versione non è cambiato molto, se non un ulteriore snellimento del documento, vera fissazione del ministro. Si tratta comunque di un malloppo di 111 pagine che da domani verrà distribuito - in versione tascabile - a tutte le scuole «al prezzo di 30 centesimi di euro», ha precisato Fioroni. Alla conferenza stampa era presente il professor Mauro Ceruti, dell'università di Bergamo, che ha presieduto la Commissione scelta dal sottosegretario Bastico tra qualche polemica per la poca «condivisione» con il mondo della scuola. Il momento del confronto - nelle intenzioni del ministero - comincia adesso: le Indicazioni infatti saranno sperimentali per due anni.
Il riferimento teorico è al «nuovo umanesimo» di Edgar Morin, che ha anche tenuto a battesimo la Commissione. Le Indicazioni fioroniane confermano l'impostazione di Moratti per quanto riguarda la concezione di elementari e medie come un unico ciclo, ma l'ultimo anno delle medie sarà unicamente dedicato alla storia del '900, mentre oggi in terza si inizia con Napoleone dovendo fare un po' tutto di corsa. Il documento dà anche grande importanza alla costruzione di una «mentalità scientifica», tasto sul quale il ministro ha battuto molto dopo i risultati piuttosto deludenti sulle competenze dimostrate dai ragazzi all'esame di maturità. Il tono del testo stilato dalla Commissione è influenzato dalle elaborazioni più avanzate della pedagogia: punta a un modello di scuola improntato alla transdisciplinarietà, al coinvolgimento degli studenti sin dalla tenera età in attività di osservazione diretta e di manipolazione dei concetti appresi nel contesto della vita quotidiana anche attraverso un uso intenso dei laboratorio. Al ministro tocca la parte di quello che parla pane al pane e - per esempio - per quanto riguarda l'area umanistica ha voluto sottolineare quanto sia necessario «tornare a studiare con serietà la sintassi e la grammatica». Osservazioni da buon padre di famiglia che gli hanno fatto guadagnare accuse di «conservatorismo» da parte della destra (che invece aveva pensato bene di sorvolare sullo studio di Darwin). Ma per la verità il suo atteggiamento nostalgico per una vagheggiata scuola del passato - sintetizzato nella battuta «le 3 "i" (internet, informatica, inglese, ndr) sono importanti, ma non servono se non si conosce la storia, l'italiano e la geografia» - irrita e non poco il mondo della scuola, che vi legge un attacco sterile. La scuola del passato era anche una scuola classista, poco interessata ai processi di apprendimento degli studenti. A fare la radiografia al testo della Commissione, ci pensa comunque la Cgil scuola. Dice il segretario Enrico Panini: «Bene la previsione di un curricolo nazionale, ma sono necessari interventi molto decisi su parti consistenti dei testi proposti fra cui le indicazioni sulla scuola dell'infanzia; il curriculo di storia che confina l'insegnamento del '900 alla fine dellla suola media; alcune scelte incomprensibili su matematica; la scomparsa di ogni riferimento all'identità di genere». Infine, un retroscena. La prima stesura del testo aveva ricevuto critiche per la descrizione della storia della scuola dell'infanzia: «Promossa da ordini religiosi e comunità parrocchiali», diceva. Nella nuova versione si legge: «Ha le sue origini nelle comunità locali (come i Comuni e le Parrocchie) e in esse è cresciuta». Par condicio.