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Manifesto: «No Gelmini Day», sciopera anche la Cgil Proteste contro la Crui

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10/05/2010
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il manifesto

Aderisce anche la Flc Cgil allo sciopero nazionale di tutti i comparti della conoscenza indetto per venerdì prossimo, 8 ottobre. Con manifestazioni in quasi tutte le città capoluogo d'Italia, comincia così la lunga mobilitazione contro il Ddl Gelmini che porterà studenti medi e universitari, docenti e ricercatori precari a manifestare anche il 14 ottobre davanti alla Camera (giorno in cui è previsto l'avvio della discussione generale sul testo di legge), il 16 ottobre insieme alla Fiom, e in questi giorni con varie assemblee a Roma e nel Paese. «La prima ora di sciopero - annuncia la Flc Cgil - sarà effettuata per tutti i comparti l'8 ottobre, successivamente saranno attuati scioperi a intermittenza ogni quindici giorni».
«Chi apre una scuola, chiude una prigione», è lo slogan scelto dagli studenti medi dell'Uds che insieme all'Udu, Link e altre associazioni studentesche sono tra i promotori della mobilitazione indetta all'unisono con i sindacati di base della scuola. «Un appuntamento importante -scrive l'Flc Cgil - sono le ore di sciopero che saranno attuate in maniera articolata fino a dicembre 2010». L'8 ottobre si asterranno dal lavoro nella prima ora di attività gli insegnati scolastici, i docenti universitari, i ricercatori e il personale ausiliario tecnico-amministrativo (per la scuola, il personale impegnato nei turni pomeridiani e serali sciopera l'ultima ora di servizio). Ma il Ddl Gelmini, stando a quanto riportato ieri dal Corriere della Sera rischia anche di naufragare, almeno per quest'anno (e in vista di elezioni anticipate forse per sempre), per via del calendario troppo serrato della Camera, impegnata dal 15 ottobre in poi ad occuparsi del bilancio dello Stato. Una possibilità che ha buttato nel panico i sostenitori della "riforma", come il presidente della Crui, Enrico Decleva. «Il Ddl Gelmini non è una riforma, non risolve i problemi ma li aggrava», ribatte il segretario della Flc Cgil, Domenico Pantaleo che accusa i rettori della Crui di avallare uno «scambio perverso e inaccettabile» tra una riforma «dannosa» e «una promessa di riduzione dei tagli insufficiente: siamo oltre la vergogna». Anche i "Precari universitari della ricerca e della didattica" attaccano la Crui: «È in palese conflitto di interesse, perché i rettori sarebbero i maggiori beneficiari del Ddl, diventando veri e propri plenipotenziari delle nuove università disegnate dalla Ministra». Sono invece «numerosi i senati accademici, i consigli di facoltà e i dipartimenti che si sono pronunciati a favore della protesta. Lo slittamento della discussione alla camera -concludono i Precari che l'8 saranno anche in assemblea a Bologna -è la prova che la mobilitazione paga». (e. ma.)


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