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Manifesto- no dei sindacati al leader dei Ds

no dei sindacati al leader dei Ds La Cgil: "Nessuna gradualità può rendere accettabile la riforma delle pensioni" Rifondazione e sinistra ulivista: "Il programma comune dovrà dire chiaramente ...

14/10/2003
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il manifesto

no dei sindacati al leader dei Ds
La Cgil: "Nessuna gradualità può rendere accettabile la riforma delle pensioni"
Rifondazione e sinistra ulivista: "Il programma comune dovrà dire chiaramente che, se vinceremo le prossime elezioni, cancelleremo questa riforma"
ANDREA COLOMBO
ROMA
I sindacati bocciano senza mezzi termini le aperture di Piero Fassino sulla riforma delle pensioni. Parlando ai giovani industriali riuniti a Capri, il segretario diessino era sembrato pronto a trattare con il governo, partendo dalla gradualità dell'innalzamento dell'età contributiva. La segreteria della Cgil risponde con una nota secca: "Nessuna gradualità può rendere accettabile né l'obiettivo né gli strumenti" della riforma. Concorda il numero due della Uil Musi: "Il governo deve cancellare la riforma. Il problema non è quello della gradualità, qundi non è per questa via che si può riaprire il confronto". Il segretario confederale della Cisl Bonanni è appena meno drastico: "Se vuole riaprire il confronto col sindacato, il governo deve rimuovere una riforma delle pensioni sbagliata e ingiusta". Apre il fuoco, oltre a Rifondazione, anche la sinistra ulivista, i Verdi, il Pdci, quel che resta del correntone. Di fronte a un simile sbarramento, la ledership della Quercia si affretta a correggere e precisare. "Si tratta di un equivoco" assicurano i collaboratori di Fassino. Il segretario "dopo aver riconfermato il sostegno allo sciopero, ha solo detto che noi porteremo le nostre proposte in parlamento, e se ci saranno emendamenti sulla gradualità li verificheremo in parlamento. Nulla di più. La nostra contrarietà alla riforma resta ferma".

Ma la posizione ufficiale della Quercia, quella assunta ieri dal responsabile economico Bersani, è più sfumata: "Le riforme vanno fatte dialogando con i sindacati. Il governo trovi un modo per riaprire il confronto. Poi, quando la riforma arriverà in parlamento, ci sarà l'occasione e l'opportunità perché le diverse proposte si confrontino". Ed Enrico Letta, dalla Margherita, pur garantendo che "tutto l'Ulivo è contrario alla riforma e approverà gli scioperi del sindacato", ammette poi che a orientare le dichiarazioni di Capri, è stata l'intenzione di "riaprire un canale comunicazine con gli industriali".

La parziale retromarcia della Quercia non rassicura l'ala sinistra della coalizione. "Quel che mi stupisce - afferma Gloria Buffo - è che Fassino non abbia detto una parola sulla decontribuzione, la vera riforma che demolisce dale fondamenta la previdenza pubblica. Di fronte a una simile distruzione, discutere della gradualità dell'età contributiva è un po' come dialogare sulla colore delle pareti di una casa senza più fondamenta". E cosa dovrebbe fare invece un'opposizione davvero decisa a contrastare lo smantellamento della previdenza? Quello che fece il Polo all'opposizione nei confronti della riforma Bindi. "Deve dire che, se vincerà le elezioni, eliminerà una riforma che mina alle radici la previdenza pubblica" conclude perentoria Gloria Buffo.

"La cancellazione di questa riforma - concorda il verde Paolo Cento - deve essere uno dei primi punti del programma del centrosinistra, uno di quelli sui quali si qualifica". Invece, aggiunge, "temo che l'intenzione sia quella di far passare lo sciopero generale per poi aprire una trattativa".

La faccenda peserà inevitabilmente sulle trattattive in corso tra Ulivo e Rifondazione. Anche se il Prc non sembra intenzionato, almeno per il momento, a fare della questione un elemento dirimente. "E' evidente - dice Paolo Ferrero - che la cancellazione di questa riformma deve, secondo noi, fare parte dell'eventuale programma comune". Ma per riuscirci, prosegue, "è necessario che prima si qualifichi su questi punti l'opposizione sociale. La nostra determinazione è massima, ma l'inserimento nel programma della cancellazione della riforma non può essere affifdata solo alla contrattazione tra Ulivo e Prc".

In concreto, secondo Ferrero è necessario che prima la richiesta diventi senso comune a livello sociale e venga fatta propria dalla Cgil. Lui stesso tuttavia ammette che i partiti della sinistra devono allo stesso tempo avanzarrla in maniera autonoma. E dunque non è escluso che proprio sulla capacità di dichiararsi da subito decisi a eliminare la riforma previdenziale si misuri nei prossimi mesi l'affidabilità sociale del centrosinistra e della coalizione Ulivo-Prc.


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