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Manifesto-"Nessun accordo sul decreto"

CLAUDIO MARTINI "Nessun accordo sul decreto" CINZIA GUBBINI Claudio Martini, presidente della regione Toscana è stato tra i primi ad annunciare il blocco della riforma Moratti e tra i più netti n...

16/09/2005
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il manifesto

CLAUDIO MARTINI
"Nessun accordo sul decreto"
CINZIA GUBBINI
Claudio Martini, presidente della regione Toscana è stato tra i primi ad annunciare il blocco della riforma Moratti e tra i più netti nel giudicarla: "E' una riforma totalmente sbagliata".

Presidente, è soddisfatto dell'accordo raggiunto con il ministro dell'istruzione?

Sono soddisfatto del rinvio della sperimentazione al 2007-2008. Detto questo non parlerei di accordo: le Regioni hanno espresso una fortissima contrarietà all'impianto della riforma. Incassiamo il fatto che la sperimentazione, per adesso, non parte. Ora si tratta di mettersi attorno a un tavolo e capire come sia possibile cambiare il decreto.

Per la verità il fronte delle Regioni sembra essersi spaccato: il presidente del Molise, Michele Iorio, per esempio ha espresso "rammarico"

Mi stupisce questo atteggiamento delle quattro Regioni di centrodestra: finora abbiamo sempre condiviso un netto dissenso sulla riforma. Ovviamente le dichiarazioni del presidente Iorio sono istituzionalmente legittime, ma politicamente mi sembrano un po' orientate a difendere il governo.

Come mai si è arrivati a questo punto? Finora non avevate mai parlato con il ministero?

Inizialmente le Regioni sono state completamente tagliate fuori, e questo nonostante il nostro ruolo abbia un certo peso. All'inizio ci è stato presentato un documento che sembrava intoccabile, tant'è che la nostra prima reazione è stata di totale irricevibilità. Poi c'è stata un'evoluzione, che noi apprezziamo. Credo che anche il ministro si sia reso conto che far partire la sperimentazione quest'anno non aveva senso. Ci saremmo trovati di fronte a una situazione al limite dell'ingestibilità

Cosa non le piace di questa riforma?

Nulla. E' una delle riforme più distanti dalla nostra idea della scuola, che deve garantire pari dignità a tutti i livelli di istruzione. Quello che ci preoccupa di più è la divaricazione precoce al limite dell'irreversibilità tra la scelta del liceo e della formazione professionale. Contestiamo inoltre il declassamento dell'istruzione professionale, in un'epoca in cui, al contrario, abbiamo un forte bisogno di professionalizzazione di qualità. Per non parlare del ruolo accentratore del ministero che tagliava completamente fuori il ruolo delle Regioni.

Ora se ne riparla nel 2007

Quando si spera che gli interlocutori saranno altri.

Lei è per l'abrogazione della riforma Moratti?

Non sono innamorato delle parole. Dico che questa, sicuramente, non è la nostra riforma. Più che parlare di cosa vorrebbe abrogare l'Unione, penso sia più interessante parlare di cosa farà l'Unione.

La Regione Toscana riconosce le unioni omosessuali, il diritto di voto degli immigrati; è stata in prima fila contro la riforma Moratti. Regione zapatera?

La Regione Toscana è certamente in prima fila su molti fronti, è il frutto del patrimonio costruito negli anni dalle autonomie, che spero avrà una sponda nazionale la prossima primavera. E poi la Toscana ha quella buona dose di anticonformismo. Più che a Zapatero penserei al nostro Benigni.


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