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Manifesto-Moratti: "Non avete capito la riforma

UNIVERSITA' Moratti: "Non avete capito la riforma" La ministra: "Mi contestano perché ho toccato dei privilegi" IAIA VANTAGGIATO ROMA Inarrivabile. Non si può definire altrimenti lo "speech" (o...

27/10/2005
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il manifesto

UNIVERSITA'
Moratti: "Non avete capito la riforma"
La ministra: "Mi contestano perché ho toccato dei privilegi"
IAIA VANTAGGIATO
ROMA
Inarrivabile. Non si può definire altrimenti lo "speech" (ormai si parla così) del ministro dell'istruzione Letizia Moratti - tailleur di buon taglio ma piglio manageriale per una volta incerto - che all'indomani della manifestazione (e degli scontri) di martedì scorso sgrana un rosario di preziosissime perle. La riforma dell'università? "Non solo non è stata capita ma temo che nessuno degli studenti abbia letto il ddl". Scusi ministro, ma in piazza c'erano anche docenti, ricercatori e rettori: "Ho toccato dei privilegi - è la rivoluzionaria provocazione - perciò una parte della docenza non ci sta". Quanto ai Magnifici, tutte le loro proposte - a parte quella che chiedeva di trasformare i ricercatori in terza fascia di docenza - sono state accolte. Vaglielo a dire alla Crui il cui presidente, Piero Tosi, immediatamente commenta: "Prendo atto che purtroppo il provvedimento è stato approvato". Ma le chicche non finiscono qui: è vero che "le contestazioni sono una legittima forma di espressione della propria opinione" ma è anche vero che in piazza c'erano soprattutto studenti liceali. Che obiezione è? A parte il fatto che la presenza degli universitari era visibile e consistente, ma avranno o non avranno il diritto - gli studenti medi - di protestare contro un provvedimento che inciderà presto sul loro futuro? Macché, solo strumentalizzazioni di cui la ministra non capisce lo scopo "visto che la formazione superiore è un bene comune per il Paese".

E agli studenti Moratti ricorda: "Avete in mano uno strumento importante - i questionari di valutazione del sistema universitario - e vi prometto che rafforzeremo il sistema premiante rispetto ai finanziamenti anche tenendo conto di questa valutazione". Ma a chi toccherà mantenere la precipitosa promessa nel caso in cui Letizia Moratti decidesse di correre come sindaco di Milano?: "Io mi occupo di scuola", risponde secco il ministro dell'istruzione all'impertinente giornalista reo di aver dato voce alle più che insistenti indiscrezioni che arrivano dal transatlantico. E a darle manforte - con mano a coppetta che al sud si traduce in uno sprezzante "ma che cosa stai dicendo" - il capo di gabinetto Michele Dipace che nel corso dell'intera conferenza stampa cercherà più di una volta di togliere il microfono al suo ministro cercando di rispondere in sua vece a molte delle domande poste. La gestualità - molto "hard" e assai poco formale - deve essere diventata di moda in quel della Casa delle libertà.

Ma il vero capolavoro Moratti lo realizza respingendo con forza l'accusa che la sua sia una riforma a costo zero: "Entro i prossimi otto anni, il sistema universitario avrà a disposizione 2 miliardi e 650 milioni di euro da allocare per incentivare politiche a favore dei giovani". Finanziamenti aggiuntivi potrebbe sperere qualcuno ma così non è: per le risorse liberate andranno ringraziati soltanto coloro che, entro il 2013, decideranno di andare in pensione (12mila) o di "uscire" volontariamente dall'accademia (8mila). Nient'altro, insomma, che un normale "turn over" che però il ministro rivendica come innegabile conquista. Una fra le tante, va detto: "Questa riforma non crea precariato, anzi lo elimina e i ricercatori possono stare tranquilli: i loro diritti non verranno toccati e potranno continuare la loro attività sino alla pensione". Buone parole anche per assegnisti e borsisti ai quali si assicura - attraverso le prime 4 tornate concorsuali previste - l'accesso alla docenza. E per tutti un unico e materno consiglio: leggetevi il ddl e vedrete che, prima o poi, qualcosa di buono lo troverete.


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