Manifesto-Moratti inizia male
Moratti inizia male Oggi il consiglio nazionale dei docenti boccia il ministro con un documento zeppo di critiche sulle proposte di sperimentazione nelle elementari. Un'ora di sciopero inaugur...
Moratti inizia male
Oggi il consiglio nazionale dei docenti boccia il ministro con un documento zeppo di critiche sulle proposte di sperimentazione nelle elementari. Un'ora di sciopero inaugura l'apertura dell'anno scolastico in Lombardia
SARA MENAFRA
Mentre da ieri le scuole hanno iniziato a riaprire i battenti, ricomincia il tiro al piccione contro il ministro Moratti e le sue proposte di riforma e sperimentazione. Gli strali oggi dovrebbero arrivare da due fronti: dal Consiglio nazionale della Pubblica istruzione (Cnpi) e dalla regione lombardia. Il Cnpi, organo di rappresentanza dei docenti, nel pomeriggio voterà un documento di valutazione sulla sperimentazione proposta dal ministro per le scuole materne ed elementari. Il testo su cui si pronuncerà l'assemblea contiene una critica molto netta al decreto con cui il ministro ha proposto la sperimentazione della riforma. "In generale i docenti sono favorevoli alle sperimentazioni" - dice Walter Moro, membro della commissione redazionale - "ma perché questa venga attuata correttamente chiediamo che il ministro indichi condizioni di fattibilità, tempi e risorse". Il documento che oggi arriva in votazione critica punto per punto sia il metodo che il merito della riforma prevista e propone la modifica del decreto o il rinvio di un anno della sperimentazione. La critica di metodo è in sostanza un chiarimento: "In questi giorni il ministro ha annunciato più volte che i direttori didattici hanno aderito alla sperimentazione. In realtà per legge a decidere sulle sperimentazioni è il collegio docenti delle singole scuole. Il direttore didattico non può esprimere che una disponibilità di massima, tanto più su una riforma a a scatola chiusa".
Nel merito della proposta gli insegnanti si dicono contrari all'idea di tornare al maestro unico per le scuole elementari: una figura "superata", secondo la commissione del Cnpi, perché il team di tre insegnanti su due classi e il lavoro di gruppo, che esistono da circa dieci anni, hanno anche elevato la qualità della formazione. "Una modifica di questo tipo diventa solo un modo per risparmiare sulla scuola tagliando risorse economiche e professionali", conclude Moro. "No comment" invece per la riforma dei programmi didattici su cui il Cnpi si riserva di pronunciarsi in seguito.
La regione lombardia intanto festeggia l'inizio del nuovo anno scolastico, fissato per oggi (ma alcune scuole hanno anticipato a ieri) con un'ora di sciopero proclamata da Cgil, Cisl e Uil per protestare contro il blocco di assunzioni e progetti sperimentali: "Il ministero ha fermato mille progetti dedicati alla lotta alla dispersione e all'integrazione dei ragazzi non italiani: ma la Lombardia è la regione con il più alto tasso di ragazzi che non arrivano al diploma, e per di più la mancanza di 12mila insegnanti di ruolo nella regione non potrà che aumentare il disagio", dice Wolfango Pirelli della Cgil scuola.
Lo stop alle assunzioni e il ritardo delle graduatorie dei supplenti destano preoccupazione nelle scuole di mezz'Italia. Ieri l'apertura piemontese non ha creato troppe difficoltà perché qui le sostituzioni che coprono la mancanza di nuove assunzioni erano state programmate per tempo. La mancanza di fondi, però, preoccupa i sindacati di categoria che hanno proclamato lo stato di agitazione e nei prossimi giorni potrebbero decidere nuove mobilitazioni.
In pericolo sono anche i protocolli che il ministero ha firmato con alcune regioni governate dal centro destra sul "doppio canale" cioè sulla possibilità che l'ultimo anno di obbligo scolastico possa essere coperto anche dalla formazione professionale. Venerdì scorso l'assemblea dei presidi della regione Piemonte ha bocciato l'intesa firmata con il ministero chiedendo che la sperimentazione sia rinviata di un anno. E anche la provincia di Trento ha ritirato l'assenso dato al protocollo firmato con il ministero.