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Manifesto-Moratti anticipa la finta riforma

Moratti anticipa la finta riforma Le scuole non hanno soldi per comprare la carta igienica e i fondi sono stati tagliati ancora del 40%. Ma il ministro pensa alla poltrona di sindaco di Milano e f...

31/01/2006
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il manifesto

Moratti anticipa la finta riforma

Le scuole non hanno soldi per comprare la carta igienica e i fondi sono stati tagliati ancora del 40%. Ma il ministro pensa alla poltrona di sindaco di Milano e firma un decreto che dà il via dal prossimo anno a improbabili sperimentazioni della sua riforma alle superiori. Uno schiaffo a chi si è già iscritto e alle Regioni con cui si era impegnata a rimandare tutto al 2007
GIORGIO SALVETTI
Una scuola di carta. Se già oggi siete stupefatti perché dovete comprare la carta igienica per la scuola dei vostri figli, tranquilli, l'anno prossimo dovrete comprarne dieci piani di morbidezza. Perché le scuole avranno ancora meno soldi: il fondo per amministrazione e didattica è stato tagliato fino al 40%. Il ministro Moratti però ha altre scartoffie per le mani: ha firmato il decreto per avviare la sperimentazione della sua riforma nelle scuole secondarie già dal prossimo settembre. Poco importa se le famiglie non ne sapevano nulla quando hanno iscritto i figli a scuola per il prossimo anno (le preiscrizioni si sono chiuse il 25 gennaio) e nemmeno che alcuni mesi fa il ministro si era impegnato con le regioni a non farne nulla prima del 2007 perché mancano i soldi e perché, anche volendo, nessuno sa da che parte cominciare ad applicare la sua riforma. La legislatura è agli sgoccioli, e, comunque vada il 9 aprile, Letizia Moratti è già splendida sui manifesti per diventare sindaco di Milano. E' tempo di vendere bene la propria merce, fosse anche aria fritta. Il decreto che il ministro ha annunciato di aver firmato non sembra avere altro scopo. Le sperimentazioni che potrebbero iniziare a settembre sono ben poca cosa e c'è da credere che saranno in pochi a tentare di praticarle. Resta sulla carta la sostanza della riforma: la distinzione netta tra scuole secondarie di serie A, i licei, e le scuole professionali. Un simile stravolgimento non può essere sperimentato in singole scuole "volenterose" e solo nelle prime classi, le uniche interessate da questo decreto. Tanto più che prima di tentare le sperimentazioni le scuole dovranno chiedere il consenso dei genitori, l'autorizzazione del Direttore Generale dell'ufficio scolastico regionale, l'adesione al progetto del Collegio dei Docenti e l'inserimento del progetto nel Piano dell'offerta formativa. Tutto questo per fare che? Nessuno lo sa. Si sa solo che non ci sono fondi neppure per gessi e cancellini, e che ciò che riguarda l'applicazione della riforma è quanto mai confuso. Manca la definizione dei profili professionali dei docenti che dovrebbero insegnare nei nuovi corsi e manca la definizione del valore dei titoli studio.

Il decreto però è uno schiaffo alle regioni che hanno la competenza sulla gestione e sull'organizzazione delle scuole e che governano completamente le scuole professionali. Già prima delle elezioni amministrative, avevano chiesto al ministro di trovare un accordo prima di lanciare la riforma e il ministro invece, nel maggio 2005, aveva deciso di procedere in modo unilaterale. Ne seguì un lungo braccio di ferro che si concluse con un accordo firmato lo scorso settembre in cui il ministro si impegnò a posticipare ogni sperimentazione al 2007. Ora si rimangia tutto appellandosi all'autonomia di decisione delle scuole a discapito della giurisdizione delle regioni e a un'escamotage linguistico: le sperimentazioni nel decreto sono degradate a semplici "innovazioni". Insomma niente di concreto, solo uno spot che però fa danni.

Ne è convinto il coordinatore degli assessori regionali alla scuola, Silvia Costa: "La riforma è solo virtuale e oltre a essere lesiva della lealtà dei rapporti con le Regioni, è confusa". Per Massimo Di Menna, segretario generale della Uil scuola, il decreto "aggiunge confusione a confusione". Duro anche il segretario della Cisl-scuola, Francesco Scrima che parla di "evidente strappo di natura politica e interistituzionale". Alessandro Ameli, coordinatore del sindacato Gilda invita i consigli dei docenti a non dare corso a "una sciagurata scelta". "La sensazione - commenta Alba Sasso (Ds) - è che la Moratti una volta di più abbia mostrato di concepire la scuola come un apparato al servizio dei propri personali interessi. In particolare, l'interesse a mostrare il proprio aspetto decisionista, in funzione di un possibile ritorno per la campagna elettorale su Milano". Per Andrea Ranieri, responsabile Dipartimento scuola università e ricerca dei Ds: "L'irresponsabilità del ministro Moratti è davvero senza limiti. Il vendersi come già fatta la riforma ha già provocato una innaturale crescita delle iscrizioni ai licei, da parte di famiglie preoccupate di mandare i propri figli in percorsi tecnici e i professionali che apparivano dequalificati e senza futuro. E oggi si proclama l'avvio di una sperimentazione impossibile e truffaldina, dopo che le famiglie hanno effettuato le iscrizioni". Entrambe giurano che se andranno al governo faranno carta straccia della riforma Moratti. Nell'attesa, correte a comprare almeno la carta igienica.


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