Manifesto-Manovra che non piace a nessuno
Manovra che non piace a nessuno Tiro al piccione alla finanziaria: a Capri la criticano industriali, sindacati e persino Maroni B. PE. CAPRI Non è soltanto la finanziaria più impopolare degli ul...
Manovra che non piace a nessuno
Tiro al piccione alla finanziaria: a Capri la criticano industriali, sindacati e persino Maroni
B. PE.
CAPRI
Non è soltanto la finanziaria più impopolare degli ultimi anni ma pare proprio che non la voglia nessuno: la critica la Confindustria con pesanti bordate sul quotidiano il Sole 24 ore e nei centri vitali del potere economico e finanziario, gli fa le pulci il ministro del Welfare, Roberto Maroni, che si astiene nel consiglio dei ministri su un punto strategico e minaccia ritorsioni se non verranno salvaguardate le richieste leghiste, sparano a zero l'opposizione e i tre sindacati confederali e non ne vuole sapere neppure la Confcommercio, che per bocca di Billè ha cominciato a mettere paletti pesantissimi alla legge. Sul fronte confindustriale il consenso è finito da tempo, da quando gli imprenditori hanno capito che per salvare la sua politica economica fallimentare il capo del governo tenta di scaricare una parte dei costi sulle imprese. Qualche giorno fa Luca Cordero di Montezemolo aveva detto che si riservava di approfondire i temi principali della finanziaria prima di dare un giudizio, ma la riserva è durata pochissimo in Confindustria. Ieri il Sole 24 ore titolava in apertura: "Primi no alla manovra" e poche ore dopo, al convegno di Capri, le bordate più pesanti sono arrivate proprio da Annamaria Artoni, presidente dei giovani imprenditori. E i ben informati annunciano che il presidente di Confindustria oggi nel suo discorso conclusivo appoggerà quelle critiche. "Se le risorse pubbliche sono scarse dobbiamo liberare le energie private - scrive Artoni nel suo intervento introduttivo - Nella finanziaria non c'è traccia di liberalizzazioni, di interventi a favore della concorrenza. Da questo punto di vista è una finanziaria vuota". "Come giovani imprenditori non possiamo dimenticare il futuro. Abbiamo un disperato bisogno di investimenti che proiettino l'economia e la società nei prossimi decenni, ma per uscire dalle sabbie mobili della bassa crescita sono necessari e urgenti interventi più radicali".
La presidentessa dei giovani imprenditori se la prende anche con la politica fiscale del governo Berlusconi: "Per ridare slancio agli investimenti è necessario concentrare tutte le forze disponibili nella riduzione dell'Irap e del cuneo fiscale e contributivo del lavoro. Misure come il taglio dell'Irpef - ha aggiunto la Artoni, provocando un grande dispiacere al capo del governo - sono meno utili al rilancio della nostra economia". Il j'accuse dei giovani imprenditori non è piaciuto per nulla agli esponenti del centro destra presenti al convegno, mentre ha trovato il plauso dei maggiorenti della Confindustria. Stizzito per le critiche ricevute sul tema del federalismo e su quello del sud, "abbandonato dalla finanziaria al suo destino", il ministro Maroni che pure critica la finanziaria, replica durissimo: "Chi dice che questa finanziaria penalizza il sud, o non l'ha letta - dice agli imprenditori - oppure non l'ha capita. O l'ha letta, l'ha capita e fa finta di non aver capito". D'altronde, in un'orgia di confusione, è lo stesso Maroni a criticare la finanziaria sui punti cari alla Lega: "Sugli studi di settore studieremo un'alternativa da presentare in parlamento. Per il resto la finanziaria va bene, salvo per la richiesta da me espressa di estendere il bonus al primo figlio. Anche su questo - annuncia il ministro - presenteremo un emendamento parlamentare".
Critiche senza appello anche dai sindacati presenti al convegno: "La finanziaria - dice Angeletti - deve servire per recuperare il potere d'acquisto dei salari e stipendi che sono stati falcidiati. Non ne vediamo traccia". Anche Pezzotta spara a zero: "Noi abbiamo un atteggiamento molto critico. Vediamo se nei confronti riusciremo a recuperare qualcosa in termini di sviluppo, altrimenti non credo che andremo lontani". In particolare, per il segretario della Cisl le risorse contenute nella finanziaria non sono sufficienti per coprire il rinnovo dei contratti del pubblico impiego. E comunque si tratta di una manovra pesante che ha dimenticato in larga parte il mezzogiorno".
Oggi toccherà a Luca Cordero di Montezemolo chiudere il convegno di Capri. Per il momento non è trapelato nulla sul discorso che terrà davanti alla platea degli imprenditori ma nei corridoi del bellissimo Hotel Quisisana si sostiene che il numero uno di Confindustria non potrà fare altro che ripercorrere le critiche fatte da Annamaria Artoni. Una sintonia di vedute che già si era notata al convegno di Santa Margherita Ligure.