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Manifesto: Manca la maestra, la classe smembrata»

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21/05/2010
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il manifesto

«Dopo Natale la nostra scuola non aveva più soldi per permettersi di pagare le ore di supplenze. E' una cosa di cui noi genitori ci siamo accorti subito, perché la scuola è divisa in tre plessi e accadeva che io andavo a prendere mio figlio all'uscita del suo plesso, e lui non c'era? Dov'è? "Lo hanno smistato in un'altra classe perché l'insegnante è assente", mi spiegavano. E allora via correvi nell'altro plesso per rintracciarlo. E vedevi tutti questi genitori che correvano tra un plesso e l'altro. Poi tutto è scoppiato un giorno, quando una classe è stata smistata in una di 20 alunni, dove non c'erano neanche le sedie in più e allora i ragazzini sono stati tenuti seduti per terra, al freddo, perché erano bambini di prima e non potevano trascinarsi dietro anche le sedioline. Il giorno dopo i genitori erano inviperiti. In fondo, è stato un bene, perché da lì è nata la nostra mobilitazione». Federica Manfredi è una dei genitori della scuola Principe Di Piemonte-Leonardo Da Vinci che quest'anno è stata una delle più attive a Roma nel denunciare il disastro in corso nella scuola pubblica. «Mi sento come su una nave che affonda, ma piano piano. Ci sono tante piccole falle, ma quasi nessuno se ne accorge. Io, come genitore, mi sento responsabile in prima persona: dobbiamo stare insieme, parlare, far capire a tutti quello che sta accadendo. Ma è molto difficile. Per esempio questa storia dei tagli: molti genitori, perché lavorano tanto, non hanno tempo, hanno tantissimi problemi, hanno pensato che la diminuzione del tempo pieno riguarderà solo le prime classi. Chi l'ha chiesto non lo avrà. Ma non è così. Perché per garantire il servizio a tutti, verranno coinvolti anche gli insegnanti delle classi dei nostri figli. Non ci saranno più le compresenze. Questi ragazzi staranno dalle 8 alle 16 con un solo insegnante. E' vero che c'è la crisi economica, e tutti dobbiamo fare dei sacrifici. Ma non si può tagliare la scuola: quella deve essere un pilastro per tutti noi. Devo essere sicura che almeno mio figlio stia in un posto di qualità».


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