Manifesto: Maestro unico, da bocciare
È legge la figura di un solo insegnante alle elementari, a partire dal prossimo anno. Parola alle maestre (ex uniche): «È una riforma fatta sulle spalle dei bambini»
Francesco Paternò
Francesca, Annamaria, Miria, Marilena. Maestre 2008, che per il ministro della pubblica istruzione Mariastella Gelmini dovranno diventare uniche, maestre 1958 o 1980. Maestre a Roma, in una scuola elementare pubblica che funziona bene con i suoi moduli e con il suo tempo pieno. Una di quelle che rende l'istruzione primaria italiana tra le migliori al mondo, stando alle certificazioni internazionali una volta esaltate dal settimanale americano Newsweek. Maestro unico, è legge care maestre dei nostri tempi. Con pessimi effetti e tanti saluti al tempo pieno. Francesca, Annamaria, Miria, Marilena, telefoni tutu-tu, zero informazione a scuola dal ministero, raffica di click sul sito www.retescuole.net per sapere. Cosa può succedere in base alla vostra esperienza, lunga, tant'è che tutte avete iniziato da sole in classe, dove il ministro vi vuole adesso riportare? «La Legge 517 sul tempo pieno - ci spiegano - non è stata abrogata e spero che non lo facciano, perché sarebbe una rivoluzione.
Quando abbiamo cominciato esisteva il doposcuola, gestito dalla Regione. Ma era un parcheggio. La gente stava più fuori casa, le donne soprattutto trovavano finalmente lavoro, insomma il tempo pieno a scuola arrivava perché cambiava la società e perché ci dovevamo adeguare all'Europa. Poi sonop arrivati i moduli, che significano tre maestri su due classi, la sperimentazione è cominciata nel 1986 o 1987. Aderiamo subito. Perché sono cambiati i bambini, e noi insegnanti abbiamo la possibilità di seguire meglio le nostre inclinazioni, chi ama di più lettere, chi preferisce la matematica, ognuno di noi mette in campo tutte le sue potenzialità, con il risultato di un arricchimento per i bambini». Maestro unico, maestro unico. «Già, dal punto di vista pedagogico è un bel guaio: se hai una maestra antipatica, te la tieni. Certo che noi siamo pronte a rimetterci in discussione, ma per un bambino giocare su più figure significa molto. Eppoi ai bambini di oggi non basta più un insegnante, adesso devi essere più analitico, non è più questione di insegnare a leggere scrivere e far di conto». «Ho sentito cattiverie tipo...non ce la fai a fare il maestro unico....A parte che l'abbiamo già fatto, siamo pronte a tutto. Ma con 15 bambini per classe magari sì, ci si riesce, ora però salta il limite dei 22 e allora che fai con 25 o 30 o più? Con questi bambini qui? Ma la Gelmini è mai venuta in una classe?».
No, pare proprio di no. «Eppoi: i bambini sono abituati a una pluralità di figure, perché ripiombarli in un docente unico? Lì dove c'è pluralità, è più facile per un bambino trovare sintonia con una persona piuttosto che con un'altra. Dopo, dal maestro unico li catapultiamo in una scuola media con tanti insegnanti e un monte ore frazionato e pretendiamo che il bambino tiri fuori le sue capacità! La verità è che non è stato messo il bambino al centro di questa rivoluzione. Anzi, è sulle sue spalle. La figura solitaria del maestro è quantomai una figura obsoleta, fuori tempo». Vi sarete fatte un'idea del perché di questa riforma. «Credo che faccia più comodo avere ragazzini con una infarinatura da maestro unico. Sospetto una volontà politica per poter instradarli più facilmente verso altro, privatizzando l'offerta. Ci aveva già provato la Moratti. Nel piano dell'ex ministro il pomeriggio era previsto di tutto e di più. Da chi se lo può permettere». «Oggi il problema è ancora più grave. Non ci hanno fornito nessun tipo non dico di informazione ma di comunicazione su come la legge verrà applicata. Che decurtazione oraria ci sarà, come inciderà sulla programmazione, quale sarà il programma svolto dai bambini. E' controriforma culturale? Assolutamente sì. Perché la scuola ha anche valenza sociale. Negli anni è andata incontro a tutte quelle che erano le esigenze della famiglia per far rimanere più a lungo i bambini in un ambiente adatto. Con i tagli e con il maestro unico, finirà per forza il tempo pieno. Viene da pensare che sia l'inizio di una privatizzazione della scuola pubblica in cui, accanto a quella che è la funzione didattica che speriamo resti al docente, vengono introdotte altre figure private.
Per gestire il tempo extrascolastico. In maniera complementare? Ludica? Sportiva? In questo quadro i bambini hanno un tempo scuola limitato ma poi rimarrebbero nel pomeriggio per sostituire con altre attività il tempo pieno attuale. E che tempo gli rimane per un'attività didattica a casa? Iniziano a studiare alle 5? Gli vogliamo allungare il tempo di lavoro, peggio dei metalmeccanici? Oppure vogliamo tagliare i programmi scolastici in maniera drastica? Un salto così indietro è ridicolo».