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Manifesto: Liberalizzare la scuola» dai liberali a Fioroni

A ricordarci i rischi che gravano sulla scuola italiana è un convegno dei Riformatori Liberali svoltosi ieri a Roma all'insegna del solito slogan: «Liberalizzare».

14/03/2008
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il manifesto

Simone Verde

A ricordarci i rischi che gravano sulla scuola italiana è un convegno dei Riformatori Liberali svoltosi ieri a Roma all'insegna del solito slogan: «Liberalizzare». All'iniziativa sono intervenuti Pasquale Capo, Raffaele Ciambrone, Benedetto della Vedova e Marco Taradash. La ricetta e le intenzioni sono sempre le stesse: sostenere una scuola pluralista, rendere effettivo il diritto a scegliere il privato e aggirare il divieto costituzionale a finanziamenti pubblici. «Gli italiani - scrivono i Riformatori nel loro manifesto - hanno il diritto di scegliere la scuola a cui affidare la formazione dei propri figli, lo stabilisce la Costituzione In una società in cui la formazione dei giovani diventa essenziale per lo sviluppo della loro personalità e per l'inserimento nel mondo del lavoro, le istituzioni devono offrire a tutti le migliori opportunità». Quanto all'articolo 33 della Costituzione che permette il libero esercizio di scuole private senza oneri per lo stato, scrivono: «Dal verbale dei lavori dell'Assemblea costituente si rileva in modo chiaro che la norma non è preclusiva di finanziamento ma ne nega soltanto l'automatismo». E sempre sullo stesso articolo: «Noi riteniamo che, a partire dal principio di equipollenza, lo stato deve garantire che il servizio scolastico sia accessibile a tutti La scuola privata non è libera se i suoi studenti non sono altrettanto "liberi" di sceglierla». La strada per le liberalizzazioni sarebbe dunque spianata.
A stupire di più è che il documento sembrerebbe scritto dall'attuale ministro Giuseppe Fioroni e che tra Partito Democratico e liberali del Popolo delle Libertà non sembra esistere nessuna differenza sostanziale. Ne danno conferma gli stessi Riformatori che a sostegno delle proprie tesi ricordano come «tutti i governi della repubblica, indipendentemente dall'orientamento politico, hanno provveduto a erogare finanziamenti». Ma non solo, il modello proposto è identico, nell'impianto teorico e in molte proposte di legge, a quello per cui il governo Prodi ha lavorato alacremente negli ultimi due anni: un sistema misto in cui il pubblico diventa un po' privato e il privato un po' pubblico. Al Meeting di Cl dello scorso agosto Fioroni affermò: «Credo in un sistema scolastico misto che ha una grande caratteristica, quella di prevedere che il centro di questo sistema pubblico con erogatori statali e non statali sia lo studente, i suoi bisogni e i suoi diritti. Quando rivendichiamo la libertà delle scuole, la rivendichiamo perché vorremmo che tutti potessero scegliere, anche chi non può per motivi di reddito, tra scuola statale e non statale».
Peccato, però, che nessuno dei buoni propositi del ministro e dei Riformatori goda del sostegno della Costituzione.


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