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Manifesto-Lettere-Per una scuola laica

Per una scuola laica Mi è capitato di conoscere da vicino il progetto di classi islamiche dell'Agnesi "bocciato" dalla Moratti in nome dell'integrazione (cioè del razzismo assimilazionista). E m...

16/07/2004
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il manifesto

Per una scuola laica

Mi è capitato di conoscere da vicino il progetto di classi islamiche dell'Agnesi "bocciato" dalla Moratti in nome dell'integrazione (cioè del razzismo assimilazionista). E mi pare che le poche cose sensate in merito le abbia scritte Umberto Eco su La Repubblica del 13 luglio, quando ha indicato in quel progetto non la soluzione politica del problema, ma un esempio di "negoziazione fra culture", cioè di compromesso volto a ricercare in un caso particolare il minor male. La classe islamica poteva essere un modo per "sperimentare" un percorso di graduale inserimento di alunni, oggi sospesi fra emarginazione ed espatrio, in una scuola di stato, con programmi ministeriali e insegnanti laici (a dispetto del crocefisso che pende sulle loro teste), nella prospettiva di vincere resistenze delle famiglie più o meno legittime ma reali. Il tentativo era il segno di un problema che interpellava la politica. Credo che la sinistra avrebbe potuto mettere in rilievo l'eccezionalità o anche i rischi dell'esperimento, indicando insieme linee di soluzione generalizzabili o almeno i contesti che le renderebbero praticabili, a partire dal riconoscimento di una carenza reale: manca in Italia un'offerta scolastica laica, cioè in grado di garantire egualmente tutte le culture senza discriminazioni e privilegi. Eliminare questa carenza non basta per avviare un dialogo con altre culture, specie se tradizionaliste e non eurocentriche (come sono la pretesa "universalità"illuminista e i programmi ministeriali). Così come non basta eliminare tutte le scuole private o dare a tutte pari opportunità economiche e legali. Ma sono misure indispensabili. Certa sinistra, invece, ha preferito ignorare questo problema e fare da sponda alla destra accreditando l'esistenza di una scuola laica, che sarebbe "lesa" dalla classe islamica. Ma la nostra scuola, disseminata di crocefissi come una via crucis, aperta e chiusa da messe, con le classi che fungono da ghetto per soli cattolici una-due ore la settimana, con insegnanti di religione scandalosamente nominati dalle curie e pagati dallo stato, non è "laica". Certo non si caccia un integralismo con un altro. Certo, non bisogna violare la Costituzione. Ma "il disonor del Golgota" la viola e l'insegnamento della religione cattolica a spese dello stato pure. Se di fronte a ogni iniziativa che procura la gastrite ai vescovi si interviene per dire che non bisogna dare spazio all'integralismo minore anziché prospettare soluzioni che comincino a creare un'alternativa realmente laica, togliendo spazio prima di tutto al fondamentalismo dominante, si finisce per praticare un illuminismo alla Moratti, sintonizzato con le sacrestie.
Walter Peruzzi, Milano


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