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Manifesto/Letizia Moratti nel caos università

Letizia Moratti nel caos università Crescono le proteste negli atenei, il ministro cerca una sponda istituzionale MATTEO BARTOCCI ROMA Mentre negli atenei di tutta Italia si moltiplicano le ass...

12/02/2004
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il manifesto

Letizia Moratti nel caos università
Crescono le proteste negli atenei, il ministro cerca una sponda istituzionale
MATTEO BARTOCCI
ROMA
Mentre negli atenei di tutta Italia si moltiplicano le assemblee di professori, ricercatori e studenti in vista della manifestazione prevista a Roma per martedì 17 febbraio (aula magna dell'università La Sapienza), il ministro Letizia Moratti prosegue nel suo giro di consultazioni con i rappresentanti del mondo accademico. Dopo i docenti del Cun ieri è stata la volta dei rettori della Crui. Una serie ravvicinata di incontri in cui il ministro alterna la nota strategia del bastone e la carota per cercare di spaccare il fronte magmatico che si sta mobilitando contro i piani del governo, a partire dalla legge delega che riforma la docenza universitaria. Nell'incontro con i rappresentanti della conferenza dei rettori (Crui), Letizia Moratti si è detta disponibile ad aprire un dialogo con gli atenei attraverso un tavolo tecnico congiunto tra ministero, Crui e il Cun, che affronti le possibili "integrazioni e modifiche" al contestatissimo disegno di legge delega che porta il suo nome. Un lavoro unitario che "sia correlato a risorse aggiuntive per le università", promette Moratti.

La Crui, da tempo sul piede di guerra per la cronica e colpevole mancanza di fondi che affligge la formazione superiore, non ha potuto far altro che prendere atto delle rassicurazioni del ministro. Tuttavia, non si può non osservare che è singolare avviare confronti solo dopo la presentazione di una legge delega e non prima, sulla base di una proposta politica che raccolga il più ampio consenso, spiega Paolo Saracco dello Snur-Cgil.

Il ministro aveva espresso l'intenzione di incontrare anche i sindacati prima della manifestazione di martedì prossimo, nell'estremo tentativo di scongiurarla, ma per motivi diversi l'appuntamento è slittato al pomeriggio del 17. A questo punto, ribadisce Saracco: "Noi siamo disponibili a discutere, ma solo se si toglie dal tavolo lo strumento della legge delega", la quale, secondo il sindacato dei ricercatori, "farà sì che l'università pubblica non sarà più in grado di garantire ai cittadini una formazione a costi contenuti e al paese una ricerca di qualità".

Dopo l'incontro con la Crui, intanto, il ministro non sembra cedere di un millimetro su due punti chiave della politica del centrodestra: i ricercatori saranno precari e le risorse vanno trovate sul mercato. Se i ricercatori co.co.co. stabiliti nella delega non vanno bene - ha detto Moratti - andranno comunque assunti "con contratti a termine come avviene in Europa", e le risorse "devono essere reperite in base a una rinnovata collaborazione con il mondo privato". La manifestazione di martedì, quindi, è il primo appuntamento importante per contrastare i cattivi propositi del ministro nei confronti delle università pubbliche. Sono già stati previsti pullman da Bari, Torino, Pisa e Bologna. E' tempo che attorno i problemi degli atenei si mettano in gioco non più solo i rappresentanti istituzionali ma le persone in carne e ossa che quegli atenei fanno vivere. Se è vero, come ha detto Tony Blair, che le università sono le miniere di carbone del nostro tempo, è altrettanto vero che i minatori, in Inghilterra, hanno fatto una brutta fine.


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