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Manifesto-Le Regioni bloccano la riforma Moratti

Le Regioni bloccano la riforma Moratti La legge sulla scuola secondaria azzoppata dalle autonomie locali. Slitta al 2006 l'avvio della sperimentazione. Il ministro minimizza e parla di "condivisione...

16/09/2005
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il manifesto

Le Regioni bloccano la riforma Moratti
La legge sulla scuola secondaria azzoppata dalle autonomie locali. Slitta al 2006 l'avvio della sperimentazione. Il ministro minimizza e parla di "condivisione di un percorso"
CI. GU.
ROMA
Tramonta la riforma delle superiori del ministro Moratti, travolta dall'inarrestabile virata a sinistra delle Regioni compiuta alle scorse amministrative. Ieri a Roma si è riunita la Conferenza Stato-Regioni e, come previsto, il ministero ha dovuto capitolare su tutta la linea: ha concesso la cancellazione della sperimentazione per il prossimo anno e ha rinviato l'attuazione della riforma al 2007-2008. Come dire, quando chissà che mestiere farà il ministro. Ottenuto quanto chiesto, le Regioni sono state comunque inamovibili e non hanno rinunciato a diramare un comunicato in cui esprimono a maggioranza "un giudizio fermamente negativo sulla riforma", cominciando dalla divisione troppo netta tra licei e formazione professionale, per arrivare al declassamento degli istituti tecnici. Una bella sberla per Moratti, che però ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco spendendo a suo favore l'apertura al confronto con le Regioni: "Noi - ha chiarito il ministro - avevamo fatto un decreto ordinamentale per non invadere le competenze delle Regioni. Ma quando abbiamo avuto, da parte delle Regioni, la richiesta di stabilire insieme anche i percorsi, abbiamo raccolto questa esigenza e abbiamo lavorato insieme per arrivare ad un risultato condiviso". Le Regioni, da parte loro, rispettano il bon ton istituzionale e plaudono alla disponibilità del ministero, assicurando di essere pronte a discutere su come cambiare il decreto.

Ma le dichiarazioni di presidenti e assessori tradiscono l'entusiasmo. Per Mariangela Bastico, asessore all'istruzione dell'Emilia Romagna "La riforma la rifaranno le Regioni con il nuovo governo". "Famiglie, studenti e docenti possono guardare con più serenità al prossimo anno scolastico", aggiunge l'assessore del Lazio Silvia Costa. Pare che la riunione della Conferenza sia stata caratterizzata da interventi molto duri, che non hanno fatto sconti - ora che le forze in campo ci sono tutte - alla nota unilateralità di viale Trastevere. Tutte le Regioni, comprese quelle di centrodestra, sono rimaste scottate dal comportamento del ministro, che visto e rivisto le bozze del decreto senza chiedere consiglio a nessuno. Ma ieri le quattro autonomie guidate dal Polo hanno tentato di riequilibrare la situazione, schierandosi compatte non soltanto a favore della riforma ma addirittura a favore dell'avvio della sperimentazione a partire dal prossimo anno scolastico. Così ha assicurato la Lombardia ("Ho espresso parere favorevole sull'articolato del decreto e sulle modifiche emendative proposte dallo stesso Miur", ha detto l'assessore Guglielmo) e il Molise, che per bocca del presidente Michele Iorio ha espresso "rammarico" per il mancato avvio della sperimentazione.

Esultano invece i sindacati, tutti compatti. In casa Cgil il segretario generale della Flc Enrico Panini esprime "soddisfazione per questo importante risultato, conseguito all'indomani dell incontro tra Sindacati e Coordinamento delle Regioni" e ribadisce "la contrarietà del sindacato a questa riforma, di cui continuiamo a chiedere il ritiro". Anche Massimo Di Menna della Uil afferma: "Abbiamo più volte ripetuto che era necessario `fermare i motori'. A questo punto speriamo che il tempo venga bene utilizzato per individuare quelle soluzioni che garantiscano livelli di istruzione di qualità e la modernizzazione del nostro sistema scolastico, in un clima di condivisione". Da parte sua Francesco Scrima della Cisl invita a non abbassare la guardia, e a tenere presente "la facile previsione che il ministro vorrà approvare il decreto in tempi brevissimi". Per questo annuncia "l'impegno affinché i nodi vengano sciolti".

In effetti rimane in piedi la data del 17 ottobre, entro cui Moratti dovrà presentare alle Commissioni parlamentari il decreto. Un passaggio che potrebbe essere niente affatto sereno, visto che il ministro si troverà a dover fare i conti anche con il fronte interno, contrario alla flessibilità dimostrata con le Regioni. Si racconta di una discussione molto accesa tra Moratti e il fedele sottosegretario Valentina Aprea, che chiedeva di andare avanti con il decreto. E ieri il senatore Giuseppe Valditara (An) esprimendo apprezzamento "per il risultato ottenuto dal ministro Moratti" ha fatto sapere che "in Parlamento ci possono essere le condizioni per anticipare al 2006 l'avvio della riforma". Il parere delle autonomie locali, d'altronde, non è vincolante e il Consiglio dei ministri potrebbe decidere di tagliare il nastro di fine legislatura con una riforma della scuola approvata. Ma sarebbe una vittoria solo formale. E che cosa fare delle superiori è un argomento che già spetta al prossimo governo.


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