Manifesto-Le bugie sugli aumenti delle retribuzioni degli statali
Le bugie sugli aumenti delle retribuzioni degli statali Uno studio dell'Istat spiega le vere cifre e perché in alcuni anni i salari sono apparentemente più alti dell'infalzione ERNESTO GEPPI Per...
Le bugie sugli aumenti delle retribuzioni degli statali
Uno studio dell'Istat spiega le vere cifre e perché in alcuni anni i salari sono apparentemente più alti dell'infalzione
ERNESTO GEPPI
Per i dipendenti pubblici non solo il blocco del turn over, ma anche il mancato rinnovo contrattuale da due anni. Nell'arco dei 33 mesi che separano il gennaio 2002 dal settembre 2004, per ben 17 mesi il 100% dei 3,1 milioni di dipendenti è rimasto senza contratto, a cui si aggiungono altri 12 mesi con l'80% dei dipendenti senza contratto. A dicembre 2003 si era arrivati a superare la media di 24 mesi di vacanza contrattuale per dipendente, di poco al di sotto degli oltre 27 mesi registrati due anni prima. Sono numeri fin troppo chiari per capire che non si tratta di ritardi casuali ma di una vera e propria politica di compressione dei redditi, che genera peraltro notevole confusione, con accumulo di arretrati e con conseguente un uso distorto dei dati sugli aumenti previsti. Lo rivela uno studio dell'Istat dove viene ricostruita la tempistica dei rinnovi delle ultime stagioni contrattuali e viene confrontata con l'evoluzione delle retribuzioni contrattuali. Fra gennaio 2001 e settembre 2004 sono stati rinnovati 22 contratti del pubblico impiego con un'attesa media superiore ai 21 mesi. Nella stagione contrattuale 2000-2001 - segnala l'Istat - il primo rinnovo, a marzo 2001, ha riguardato il contratto dei ministeri, seguito nei mesi successivi da enti pubblici non economici, scuola, vigili del fuoco, esercito e forze dell'ordine. A ottobre e novembre sono arrivati a capolinea enti locali e sanità. I contratti di ricerca e università sono stati firmati rispettivamente a marzo 2002 e maggio 2003, cioè quando erano già scaduti i contratti appena rinnovati.
La stagione contrattuale successiva (2002-2003) era cominciata invece con un protocollo di intesa sul primo biennio economico fra governo e sindacati che sembrava indirizzato a favorire una più rapida chiusura dei contratti. Così non è stato. Il primo ad essere firmato è stato il contratto di esercito e forze dell'ordine (agosto 2002). Passa un anno, e a luglio 2003 tocca al personale dei ministeri, ad agosto a quello della scuola, a dicembre a quello degli enti pubblici non economici. I contratti di enti locali e sanità vengono firmati a febbraio e marzo 2004, a giugno ai vigili del fuoco, a luglio alle agenzie fiscali. Università e ricerca sono ancora in attesa.
L'andamento delle retribuzioni contrattuali riflette il disordine creato dall'accumularsi dei ritardi. Fino alla metà del 2003, con l'accumularsi della vacanza contrattuale, le retribuzioni del pubblico impiego sono rimaste quasi del tutto ferme, al di sotto del tasso di inflazione. Fra agosto 2002 e luglio 2003 gli incrementi tendenziali non hanno superato il mezzo punto percentuale, mentre in otto comparti si è avuta crescita zero. Da agosto 2003 le retribuzioni contrattuali accelerano nuovamente: è l'effetto dei rinnovi ritardati che hanno luogo in quei mesi.
E' solo un effetto ottico. Per i vigili del fuoco, ad esempio, il contratto rinnovato a giugno 2004, con 16 mesi di ritardo, segna un incremento del 4,5% rispetto all'anno prima; per i dipendenti della presidenza del consiglio, stesso ritardo, l'incremento tendenziale è del 7,5%. Allo scopo di evitare almeno in parte la confusione generata dal ritardo dei contratti, l'Istat ha pubblicato un indice delle retribuzioni di competenza, ricostruendo all'indietro gli importi mensili attraverso una redistribuzione di arretrati e importi una tantum. Ne risulta, nel 2003, un incremento del 2,4% delle retribuzioni annue dell'insieme dei dipendenti della pubblica amministrazione, in rallentamento rispetto al +4,6% del 2001 e al 3,1% del 2002. Per il personale dei vigili del fuoco, ad esempio, nel 2003 l'incremento di competenza è stato del 2,7%, simile a quello di sanità (2,7%) e scuola (2,8%). Ministeri e presidenza del consiglio hanno avuto incrementi di competenza più elevati (rispettivamente 3,2% e 4,5%), forze dell'ordine e esercito più modesti (2,1% e 2,3%). Il personale della ricerca e dell'università, anche in questo caso, mostrano retribuzioni a crescita zero. Stanno al palo, dal 2002, anche i dirigenti contrattualizzati, mentre per quelli non contrattualizzati i rinnovi sono più tempestivi e sostanziosi (+3,8% nel 2003 e +4,1% nel 2002).