Manifesto: La sicurezza non fa scuola. Istituti vecchi e pericolanti, ecco la mappa del disastro.
Per il quarto anno consecutivo Prato è la città «modello». A Messina, Treviso e Salerno invece gli istituti più problematici. Male anche le metropoli che si piazzano agli ultimi posti Dopo il crollo di Rivoli e le altre tragedie sfiorate, è calato il silenzio sull'insicurezza degli istituti italiani La fotografia nel rapporto sull'«ecosistema scolastico» di Legambiente
ISTITUTI VECCHI E PERICOLANTI ECCO LA MAPPA DEL DISASTRO
La sicurezza NON FA SCUOLA
(giacomo russo spena)
La scuola cade a pezzi. Letteralmente. Sono infatti oltre 10mila gli istituti che dovrebbero esser sottoposti a urgenti interventi di manutenzione perché privi di certificati che attestano le norme più basilari, a partire da quello di agibilità statica. Ad attestarlo è "Ecosistema 2009", il nono rapporto di Legambiente sull'edilizia e i servizi scolastici nel nostro Paese, che studia la qualità della struttura degli edifici in termini di età e idoneità all'attività, i servizi e le buone pratiche ambientali e, infine, i rischi ai quali sono esposti gli istituti. Emerge che dopo la tragedia nel liceo Darwin di Rivoli, dove uno studente diciottenne morì per il crollo del soffitto, poco si sia fatto. Eppure i proclami erano stati tanti. «Ad oggi non esiste nemmeno un monitoraggio complessivo e sistematico dello stato di sicurezza delle scuole - denuncia il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza - La mancanza di una regia nazionale e di una programmazione regionale non permette di stabilire la priorità degli interventi e di quantificare i finanziamenti necessari per intervenire». Eppure dal 1986 esiste l'Anagrafe dell'edilizia scolastica, unico strumento per modalità tecnica di rilevamento e completezza degli edifici censiti, che potrebbe rappresentare la base di partenza per politiche adeguate in materia. Il condizionale è d'obbligo perché il registro è ancora in fase di completamento e quindi non ancora funzionante. Ma dal rapporto di Ecosistema emergono, oltre all'emergenza, anche alcuni elementi positivi come il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie e della manutenzione all'interno degli edifici.
EDIFICI DI TERZA ETA'
Il 55,6% degli istituti è stato costruito prima del 1974 e il 38,1 ha urgente necessità di manutenzione. Il certificato di agibilità statica? Per la metà delle scuole un miraggio. Questa la tragica situazione che ovviamente si ripercuote sulla sicurezza degli studenti: nel 2007 sono ben 90.478 i ragazzi che hanno riportato ferite e contusioni in incidenti avvenuti tra i banchi. Danni potenzialmente maggiori per chi frequenta gli edifici con coperture d'amianto, i quali rappresentano l'11,8% del numero totale. «Altro che 16 miliardi per finanziare il Ponte sullo Stretto e altre infrastrutture inutili, propongo di utilizzare questa cifra per la ristrutturazione di tutti gli edifici scolastici, l'unica grande opera necessaria» afferma Paolo Ferrero, segretario del Prc, attaccando il provvedimento del governo. In tal senso Vanessa Pallucchi, responsabile Legambiente Scuola e Formazione, traccia la strada da seguire che «è sicuramente quella della riconversione energetica, non solo in termini sociali ed educativi ma anche per reperire risorse per la manutenzione e il miglioramento degli edifici scolastici». Propone poi la ristrutturazione con tecniche di bioarchitettura, utilizzando materiali sostenibili. Intanto però Silvio Berlusconi e la ministra Mariastella Gelmini non sembrano voler vedere l'emergenza. Malgrado tre istituti su quattro si trovino ora in zona ad lato rischio di terremoto. Senza considerare che la certificazione di prevenzione antincendio è cosa rara così come le scale di sicurezza negli istituti (solo il 56,72% ne è attrezzato). Più diffuse le porte antipanico, presenti nel 91,55% dei casi. Alta è invece la percentuale di edifici che si trovano vicino ad antenne cellulari ad alta tensione, ad aree industriali, a fonti di inquinamento acustico e a distributori di benzina.
LE BUONE PRASSI
Su alcuni punti il rapporto Ecosistema vede il bicchiere mezzo pieno: nello scorso anno salgono a 62,82% le scuole che negli ultimi 5 anni hanno goduto di interventi di manutenzione (erano 47,11% nel 2007). E nell'80,07% dei casi gli istituti hanno ottenuto la certificazione igienico sanitaria (61,75% nel 2005) e nel 70,33% l'agibilità statica (63,35% nel 2005). Dati che evidenziano un trend positivo, il quale si ripete con alcune «buone pratiche». Risulta diffusissima la raccolta differenziata: la carta rimane il materiale più differenziato (93,58%), seguita da plastica (62,93%), vetro (51,37%), organico (43,91%) e altri materiali come toner (39,01%) e pile (47,23%). Per i bambini novità nel mangiare. Si stanno diffondendo infatti le mense biologiche, anche se per la maggior parte servono pasti parzialmente bio (76,66%), mentre scendono ancora a 4,88% i pasti serviti interamente bio (8,15% nel 2007). In compenso si sperimentano nuove "prassi". Continuano a crescere le scuole illuminate da fonti a basso consumo (51,48%), mentre il 6,75% utilizza fonti rinnovabili e il 24,44% (16,49% nel 2007) utilizza altre forme per risparmiare energia, impiegando valvole termostatiche, strumenti per la regolazione climatica e cellule fotoelettriche. «Ormai da qualche anno affianchiamo Legambiente nelle scuole nell'attività di sensibilizzazione sui temi del risparmio e dell'efficienza energetica - spiega Umberto Quadrino, amministratore delegato di Edison - perché è necessario intervenire sulle strutture in cui i nostri ragazzi crescono: investire per recuperare gli sprechi e rilanciare l'efficienza, come ci chiede anche il protocollo di Kyoto». Le buone notizie finiscono qui perché poi il rapporto di Ecosistema ricomincia ad evidenziare una serie di carenze. Per gli studenti, ad esempio, è ancora difficile fare attività sportiva nel proprio istituto per la mancanza di strutture e solo il 36,62% delle scuole garantisce il servizio scuolabus.
IL MODELLO PRATO
Edifici di recente costruzione, con certificazione di sicurezza, raccolta differenziata e ampio utilizzo di energie rinnovabili. Non è la città dei balocchi ma Prato che si conferma per il quarto anno consecutivo in testa alla classifica di Ecosistema. Nella località toscana esistono persino istallazioni di pannelli coibentati in legno per non disperdere il calore e sistemi di recupero delle acque piovane per l'impianto antincendio. In generale la situazione nel centronord è nettamente migliore anche se spicca il quarto posto di Lecce concentrata nell'ultimo anno sulle certificazioni, la messa a norma delle scuole e sulle energie rinnovabili. Seconda in graduatoria è invece Biella, dove l'amministrazione comunale, attraverso regolamento edilizio, promuove lo sviluppo di forme energetiche a basso impatto ambientale e ad alta efficienza. Terni è terza. A Messina, Treviso e Salerno gli istituti più problematici. Indietro nella classifica anche i grandi centri urbani che faticano ad uscire dall'emergenza. Per l'insicurezza degli studenti.