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Manifesto-La scure del ministro cade anche sull'obbligo scolastico

La scure del ministro cade anche sull'obbligo scolastico Un documento spiega perché studiare è più un diritto. Proseguono le proteste a sostegno del tempo pieno CINZIA GUBBINI Solo un "appunto"...

18/02/2004
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il manifesto

La scure del ministro cade anche sull'obbligo scolastico
Un documento spiega perché studiare è più un diritto. Proseguono le proteste a sostegno del tempo pieno
CINZIA GUBBINI
Solo un "appunto", ma ben commentato, tant'è che il sottosegretario all'istruzione Valentina Aprea ha parlato per ben due ore all'incontro con i sindacati della scuola che si è svolto ieri. Lapidario il giudizio della Cgil "il ministero nasconde le carte. Non fanno altro che allungare il brodo, mentre noi pretendiamo di sapere cosa intendono fare con la scuola secondaria superiore, qual è il disegno". Perché ieri il faccia a faccia con Aprea - che prelude all'incontro con il ministro fissato per giovedì - doveva portare a un confronto di merito sui decreti attuativi previsti per il secondo ciclo di istruzione, cioè le scuole superiori. Decreti che, lo sanno tutti, sono già pronti. Infatti quello sull'alternanza scuola-lavoro, una delle novità della riforma Moratti, è già circolato. Ieri doveva essere reso noto quello riguardante un altro punto cardine, e cioè l'introduzione del concetto di "diritto/dovere" all'istruzione, sostituito da Moratti al vecchio "obbligo", messo in soffitta neanche si trattasse di un vecchio arnese. E invece il ministero ha deciso di tergiversare distribuendo quattro paginette in cui sostanzialmente si riconferma l'impianto della legge delega 53. Nel ragionamento del ministero l'articolo 34 della Costituzione - che prevede otto anni di istruzione obbligatoria -viene addirittura "ridefinito e ampliato". E questo perché andare a scuola per almeno 12 anni diventa non più soltanto "un diritto soggettivo" ma anche "un dovere sociale". E' vero, lo stato non ti dice più che andare a scuola è formalmente un obbligo, ma si attrezzerà per istituire un'"anagrafe nazionale degli studenti", presso il ministero, che dovrà integrare quelle regionali - notoriamente confusionarie e poco gestibili - per "seguire costantemente il percorso educativo dei giovani". In caso del mancato adempimento del dovere di istruzione e formazione, rimangono vigenti le attuali sanzioni penali e amministrative.

A parziale consolazione, nel documento del ministero si può leggere tra le righe l'ammissione del pasticciaccio combinato con l'abrogazione frettolosa della legge sull'obbligo scolastico, che ha portato a un'impennata delle percentuali di non iscrizione alle scuole secondarie superiori. Il documento, infatti, stabilisce che in attesa dei decreti si prevede per l'anno scolastico 2004-2005 di "rendere gratuite l'iscrizione e la frequenza si primi due anni degli istituti secondari superiori e dei percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale" avviati a livello regionale.

E arriviamo all'altro punto caldo, quello dell'alternanza scuola-lavoro. Il decreto prevede la possibilità di attuare l'alternanza scuola-lavoro sia nel sistema dei licei che in quello della formazione professionale. Oltre alle convenzioni stipulate dalle singole scuole, saranno considerati validi anche esperienze di orientamento e formazione realizzate fuori dall'ambito scolastico o formativo, se certificati. I percorsi di apprendimento fanno "parte integrante dei percorsi formativi personalizzati", e potranno essere previsti anche fuori dal calendario delle lezioni (in estate?). Si prevede inoltre l'istituzione di un sistema tutoriale, sia all'interno dell'istituzione scolastica che fuori da essa, ruolo che per quanto riguarda gli insegnanti dovrà essere riconosciuto in sede contrattuale. Indicativa la parte riguardante il finanziamento: i soldi saranno presi in parte dalla legge 440 del `97, che doveva contribuire all'autonomia scolastica, e in parte i fondi regionali per i percorsi di formazione professionale, il che fa ben capire chi sia rivolta realmente l'alternanza scuola-lavoro, altro che licei.

Intanto prosegue la mobilitazione delle scuole contro il primo decreto portato a casa dal ministro Moratti. Oggi scatta una tre giorni di proteste decisa a livello nazionale: scuole occupate, volantinaggi, passeggiate sulle strisce pedonali, bandiere con su scritto "Moratti bocciata" alle finestre. E il 28 la manifestazione nazionale dei sindacati a Roma.


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