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Manifesto: «La scuola va a rotoli» Allo sciopero con la carta igienica

Quello che sta accadendo è ora chiaro a molti più italiani: siamo di fronte allo smantellamento della scuola pubblica

09/03/2010
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il manifesto

Giuseppe Caliceti
In questi ultimi anni una campagna senza precedenti ha cercato di giustificare i pesanti tagli ai fondi e al personale della scuola pubblica primaria e secondaria raccontando agli italiani che solo diminuendo l'investimento economico si possa migliorare la qualità della scuola. Dopo la vana protesta dell'Onda lo scorso anno, anche quest'anno, dopo l'ennesimo taglio travestito da riforma della scuola secondaria, la protesta. Quello che sta accadendo è ora chiaro a molti più italiani: siamo di fronte allo smantellamento della scuola pubblica. Tanto è vero che c'è chi propone di scioperare con in mano un rotolo di carta igienica: perché la scuola sta andando decisamente "a rotoli".
Questa è la settimana decisiva. Sciopero a staffetta ogni giorno, che si concluderà il 12 marzo con lo sciopero generale organizzato da associazioni, movimenti, partiti, sindacati, studenti e genitori per chiedere «cambiamenti in extremis alla riforma delle superiori» prima che questa venga pubblicata nella Gazzetta Ufficiale. Sabato 13 il Coordinamento scuole secondarie di Roma organizzerà un presidio davanti al ministero dell'Istruzione dove i rappresentanti degli istituti superiori distribuiranno volantini anti-riforma. Domenica 14 ultimo giorno di mobilitazione organizzato dal Coordinamento precari scuola, che chiede il ritiro di tutti i tagli disposti con la legge 133/2008 e il blocco della riforma della scuola superiore non pubblicata in Gazzetta ufficiale; la trasformazione dei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato; il ripristino del modulo e delle compresenze nella scuola primaria; il rispetto della sentenza della Corte Costituzionale che ha abrogato la legge che limitava il numero dei docenti di sostegno; l'abrogazione di qualsiasi forma di finanziamento pubblico alle scuole private, come previsto dalla Costituzione; il ritiro dell'art. 31 del dl 1167-B che vanifica l'art.18 dello Statuto dei lavoratori; il ritiro del decreto Brunetta e il mantenimento delle graduatorie ad esaurimento; la possibilità per tutti i docenti precari della scuola di frequentare i corsi di aggiornamento/formazione previsti ad oggi solamente per il personale di ruolo; la possibilità per i docenti di scuola primaria ed infanzia che abbiano maturato 360 giorni di servizio sul sostegno di conseguirne il titolo con una sessione abilitante riservata; ovvero, a tutti gli abilitati della scuola primaria e dell'infanzia, tramite concorso ordinario, di accedere a un corso di sostegno; l'accesso diretto ai corsi abilitanti per tutti coloro che hanno almeno 360 giorni di insegnamento. Insomma, di ritirare tutte le sconcezze sulla scuola tirate fuori in questi mesi dal governo. Anche l'organo di rappresentanza di docenti e Ata non di ruolo annuncia che «assedierà il ministero dal 12 al 14 marzo». Alla protesta aderisce anche il Pd, che scende in piazza giovedì 11 in una giornata di mobilitazione nazionale durante la quale verrà chiesto al governo di operare «per una scuola pubblica di qualità». Venerdì 12 sarà invece la volta dei sindacati: in piazza Cgil, Flc-Cgil, Cobas, Unicobas e Anief. I lavoratori Cgil si uniranno ai manifestanti degli altri comparti, i Cobas si incontreranno in piazza della Repubblica a Roma alle 10 e confluiranno verso il ministero dell'Istruzione. L'Unicobas si ritroverà, invece, a partire dalle 10 in largo Chigi. Sempre venerdì 12 torneranno in piazza gli studenti dell'Uds e del Link-Coordinamento universitario, all'insegna dello slogan «Ci vogliono ignoranti, ci avranno ribelli!» Aderiscono inoltre alcune associazioni di genitori: la Rete di resistenza in difesa della scuola pubblica e il Comitatogenitori.it, che hanno chiesto alle famiglie di «non mandare i figli a scuola» e di portare davanti al ministero dell'Istruzione un emblematico simbolo della protesta: «Un rotolo di carta igienica».


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