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Manifesto-La scuola pubblica in piazza - di Enrico Panini

La scuola pubblica in piazza ENRICO PANINI* Sabato 29 novembre un grande e colorato corteo attraverserà Roma, partendo da Piazza Bocca della Verità. L'appuntamento è stato fissato da Cgil, Cis...

22/11/2003
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il manifesto

La scuola pubblica in piazza
ENRICO PANINI*
Sabato 29 novembre un grande e colorato corteo attraverserà Roma, partendo da Piazza Bocca della Verità. L'appuntamento è stato fissato da Cgil, Cisl e Uil che, dopo il grande sciopero del 24 ottobre, hanno convocato una manifestazione nazionale in difesa e per il rilancio della scuola pubblica. Già l'annuncio di una manifestazione nazionale "per" la scuola pubblica denuncia, da solo, una situazione talmente grave da portare ad assumere una decisione che non ha precedenti nella nostra storia. Dai temi che scandiscono la mobilitazione decisa dalle Confederazioni (mezzogiorno, scuola pubblica, stato sociale e immigrazione) emerge un preciso quadro di priorità nell'azione unitaria. La scuola pubblica è a pieno titolo fra queste priorità perché rappresenta il motore per un Paese che vuole fare i conti con la qualità dello sviluppo. Siamo di fronte ad una scadenza unitaria molto importante che parla all'intero Paese su un tema decisivo per il nostro futuro. All'interno della manifestazione troveranno visibilità e protagonismo le tante voci del mondo della scuola, genitori, studenti, lavoratori di altre categorie, cittadini. Confederazioni e sindacati scuola hanno rivolto un appello alle associazioni espressione della società civile, che si battono per una scuola pubblica di qualità, perché sui temi al centro della mobilitazione vogliamo costruire un esteso fronte di adesioni. Il sapere e l'istruzione rappresentano temi generali sui quali è necessario che i diversi punti di vista e di iniziativa trovino punti di confronto e di condivisione. In questo quadro, un particolare rilievo assumerà la presenza degli studenti, i primi a pagare le ricadute di politiche che descolarizzeranno il nostro Paese.

Le parole d'ordine sulle quali Cgil, Cisl e Uil convocano la manifestazione sono precise, nette e nascono dalla convinzione che l'istruzione pubblica debba rappresentare una risorsa strategica per lo sviluppo civile e democratico del Paese. Per fare ciò è indispensabile un rilancio della scuola pubblica respingendo ogni riduzione del suo ruolo e della sua funzione, riconoscendo ad essa il ruolo di cemento dell'identità del nostro Paese e di risorsa per un futuro di qualità. Vogliamo, inoltre, ribadire il nostro secco no alla devolution, cioè ad un progetto di trasferimento alle regioni di competenze fondamentali in materia di istruzione rilanciato proprio in questi giorni in termini ultimativi da Bossi. Il 29 novembre un grande movimento dirà che il nostro Paese non può ridurre i diritti ad una variabile territoriale. Dimensione nazionale dell'istruzione significa unità del Paese, ragioni per stare insieme, significa respingere l'aberrazione che i diritti possano seguire i confini geografici!

Un obiettivo centrale della manifestazione riguarda la Legge Moratti. Sfileremo mentre emergono non solo i gravi limiti della prima applicazione ma mentre è avviato l'iter per i pareri sul primo Decreto attuativo. E' profondamente sbagliato un provvedimento che riduce l'offerta di istruzione (e il tempo pieno, come il tempo prolungato, come la scuola dell'infanzia, come l'obbligo ridotto di un anno pagano prezzi particolarmente salati) e che, contemporaneamente, aumenta le differenze sociali. Ma la Legge 53 cambia anche la natura fondante della nostra scuola che, a meno di quarant'anni dalla denuncia di "Lettera ad una professoressa", si troverebbe condannata a registrare passivamente le crescenti differenze sociali anziché essere messa nelle condizioni di contribuire a superarle. Ridurre l'obbligo scolastico, dare meno scuola a tanti, dividere precocemente chi avrà la possibilità di studiare da chi dovrà presto lavorare significa riscrivere le ragioni della nostra società, dividere le persone, renderle subalterne ad un mercato che si vorrebbe regolasse tutto. Sono parte costitutiva di un progetto sbagliato le pesanti ricadute sul personale, la precarizzazione crescente, la riduzione di risorse economiche e di organico alle scuole, aspetti ulteriormente alimentati da una Finanziaria che prosegue la politica di sottrazione di risorse alla formazione pubblica.

* segretario generale Cgil Scuola


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