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Manifesto: La riforma in «slide»

Otto slide, più una copertina con tre parole d'ordine: «Educazione, merito, efficienza. La scuola cambia».

18/10/2008
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il manifesto

Andrea Gangemi
ROMA
Otto slide, più una copertina con tre parole d'ordine: «Educazione, merito, efficienza. La scuola cambia». Sono sufficienti alla ministra dell'Istruzione Gelmini a spiegare ai senatori della sua stessa maggioranza i punti della riforma su cui il Senato si pronuncerà la prossima settimana. «Da 40 anni la sinistra rovina la scuola» esordisce la prima slide. Fedele al gioco delle parti, «la colpa è della cultura del '68 che ha eliminato il merito e livellato tutto verso il basso». Nel mirino di un'altra slide ci sono poi i bidelli: troppi «167 mila, più dei carabinieri, in media uno ogni due classi, e sono esentati dal servizio di pulizia». Troppe anche le classi («più di 10 mila quelle con meno di 10 alunni») e forbici affilate sulle cattedre, anche se non si menzionano licenziamenti: «verranno diminuite limitando le nuove assunzioni nei prossimi 3 anni (come già deciso dal governo Prodi)». Nel frattempo una dose troppo forte di fair-play appanna la vista al presidente della Repubblica, che dichiara sulla scuola: «So che si discute, che ci sono proposte e scelte del governo che saranno discusse in Parlamento e anche con i rappresentanti delle scuole e con i sindacati». A crederci. Prima non si pronuncia su ventimila e-mail anti-Gelmini, ora aggiunge un contrappeso che suona come un avallo alla maggioranza: «Non si possono dire soltanto dei "no" - risponde il capo dello Stato alle domande di alcuni alunni -, nè bisogna farsi prendere dalla paura» e neanche «da nessuna esagerazione e da nessun allarme». Se questo è Giorgio Napolitano, falsariga simile per la stessa ministra, impassibile al susseguirsi di piazze con centinaia di migliaia di persone: «Non si capisce come mai si occupino le università, si facciano manifestazioni nella scuola, che sono ambiti - sostiene e soffia sul fuoco - minimamente toccati dal provvedimento».


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