Manifesto: La riforma, il crollo, i diversamente abili e le responabilità
Siate responsabili, ripetono ogni giorno docenti e genitori ai loro ragazzi.
Giuseppe Caliceti
Siate responsabili, ripetono ogni giorno docenti e genitori ai loro ragazzi. Così si cresce, si diventa grandi. Ma siamo sicuri che sia veramente così? Non sembra, a leggere quello che è accaduto dopo il crollo di Rivoli. Commozione, rabbia, indignazione, ancora rabbia: questi i sentimenti di fronte alla morte di Vito. Come sempre, è iniziato il balletto delle responsabilità. Ma nessuno siederà sul banco degli imputati per rispondere di questa morte bianca e annunciata. Eppure 42 mila istituti scolastici italiani sono fatiscenti, ad alto rischio sismico, carenti di ogni sorta di manutenzione. E quasi la metà è privo del certificato di agibilità statica. Di chi è la colpa? Del preside? Del Provveditore agli studi? Dell'imprenditore che ha eseguito i lavori? Del ministro? Succederà come tutte le altre volte. Nessuno pagherà. O in qualche caso pagherà un pesce piccolo: per non dispiacere troppo all'opinione pubblica. Ma oltre a questo, ci sono ogni giorno, nelle nostre scuole, casi simili. Per esempio, col taglio di bilancio ai fondi e al personale per gli studenti diversamente abili voluto dalla Gelmini, ci si trova quotidianamente di fronte a una situazione paradossale: nonostante ci siano studenti certificati dalle Usl come bisognosi di un sostegno scolastico a 40, a 20 o a 12 ore, le ore di sostegno che il ministero, le Regioni, gli istituti comprensivi mettono realmente a loro disposizione non sono ormai neppure la metà di quelle richieste. Sempre perché la priorità è il «risanamento» e la «razionalizzazione» del bilancio. Nell'epoca dei sondaggi, tra l'altro, le ore di sostegno, perciò lo stesso numero dei bambini diversamente abili, non è calcolato nel modo più semplice e tradizionale, cioè contando quanti effettivamente sono, ma quanti ce ne dovrebbero essere in rapporto a quelli «abili». Una assurdità. Che può fare un docente se nella sua classe è inserito un bambino diversamente abile certificato a 40 ore ma che è seguito solo per 22, 16, 12 o 0 ore? Può rifiutarsi di inserirlo nella classe? Certamente no. Non sarebbe neppure giusto. Ma mettiamo, per esempio, che questo bambino si faccia male: di chi è la colpa? Della Usl? Del ministro? Del dirigente scolastico? Del ministro all'Istruzione? No. Loro non c'entrano. L'unico colpevole è l'insegnante. Perché l'adulto è sempre responsabile della sicurezza dello studente all'interno dell'edificio scolastico. Ma non sono adulti anche il ministro? Il dirigente scolastico? L'ispettore scolastico? Evidentemente no. O non abbastanza.