Manifesto-La ricerca è al collasso"
La ricerca è al collasso" In piazza studiosi di enti e università: servono fondi LUCA TANCREDI BARONE ROMA Per la ricerca scientifica italiana continuano i tempi difficili. Nella finanziaria c...
La ricerca è al collasso"
In piazza studiosi di enti e università: servono fondi
LUCA TANCREDI BARONE
ROMA
Per la ricerca scientifica italiana continuano i tempi difficili. Nella finanziaria che verrà approvata oggi alla Camera non si vede alcun cambio di tendenza da parte del governo rispetto alla politica sulla formazione e sulla ricerca. Per stigmatizzare il perdurare di questa disattenzione verso un tema da tutti - a parole - considerato chiave per il futuro del paese per garantire quella competitività che non può più essere assicurata dalla periodica svalutazione monetaria, ieri mattina un migliaio di ricercatori del Cnr e di altri enti di ricerca hanno inscenato una protesta a piazzale Aldo Moro, sede del principale centro di ricerca nazionale, con bandiere e palloncini di Cgil e Uil. Poche le sorprese, per chi è abituato da ormai tre anni a trovare sotto l'albero sempre e solo cattive notizie. Un ulteriore taglio al fondo per gli enti di ricerca del 5%, la conferma del blocco delle assunzioni (anche se quello per l'università è stato finalmente revocato), e soprattutto la protesta contro il presidente del Cnr Fabio Pistella, che sta applicando la riforma dell'ente voluta dal ministro Moratti nella maniera peggiore, dicono. "Si vogliono introdurre" - spiega Rosaria Conte dell'Istituto di scienze e tecnologie della cognizione - "le "commesse", e già il nome fa capire dove si va a parare. Sono progetti triennali, decisi dai vertici che come sappiamo ormai sono nominati politicamente, i cui finanziamenti vanno comunque cercati altrove, visto che qui non ce n'è, e che abbiano un marcato orientamento applicativo. Insomma", conclude Conte, "addio alla ricerca di base, addio alla libertà di ricerca, addio alla varietà delle ricerche che ha sempre caratterizzato quest'ente". Di vera e propria ricerca "irreggimentata" parla l'astrofisico Francesco Polcaro, responsabile Università e ricerca dei Comunisti italiani: "Ormai - spiega - abbiamo tagliato su tutto: sulle missioni, essenziali per i ricercatori e soprattutto per i collaboratori, sulla manutenzione, sul numero dei contratti. Con conseguenze anche sui rapporti internazionali: incomprensibile ad esempio la posizione contraria dell'Italia rispetto all'istituzione di un Consiglio delle ricerche europeo". E non basta: col blocco delle assunzioni, aggiunge, "ancora qualche anno e andrà in pensione la gran massa dei ricercatori, entrati tutti insieme, e allora saranno guai davvero".
E la scarsezza dei fondi, sottolineano i ricercatori, è doppiamente deleteria: "Tutti sanno che qualsiasi bando europeo è a compartecipazione: per ottenere i finanziamenti, è necessario metterne sulla bilancia la metà", dicono. Di fatto dunque, è come se il taglio dei finanziamenti valesse per due. Al grido di "altro che decreto salvapreviti, decreto salvaricerca subito" i manifestanti hanno sfilato fino alla sede dell'Istituto superiore di sanità. Il cui presidente, Enrico Garaci, a nome dei presidenti degli enti di ricerca ha detto alla delegazione che l'ha incontrato che mentre sul rinnovo dei contratti del comparto qualcosa si sta muovendo, per quanto riguarda la legge finanziaria non c'è nulla da fare. E anche il quarto anno dell'era Berlusconi è passato. Con la ricerca sempre al palo.