Manifesto: La Gelmini che t'aspetti: un «bonus» agli istituti privati
Per il ministro è «libertà di scelta». Sindacati e opposizione: «Vuole distruggere la scuola pubblica»
Stefano Milani
Alla fine ha rotto gli indugi palesando il suo sogno proibito covato fin dal primo giorno in cui ha messo piede nel suo dicastero: «Penso ad un bonus per le scuole private». L'ha buttata là, tra le righe di un'intervista ieri al Corriere della Sera, tra un commento sul rapporto dell'Ocse e un auto-apprezzamento sulla sua nuova riforma dei licei. Ora Mariastella Gelmini dalle parole intende passare ai fatti. E velocemente, già dal prossimo anno scolastico. Ancora un piano vero e proprio non c'è, ma l'idea di finanziare e premiare chi sceglie gli istituti privati a scapito di quelli pubblici, guardando al «modello Lombardia», le balenava nella testa da tempo. E perché non renderlo pubblico proprio adesso a pochi giorni dai ballottaggi, giusto per strizzare l'occhio all'elettorato cattolico, indeciso su dove mettere la croce.
Il ministro Gelmini, invece, la croce sa dove metterla: sulla scuola pubblica italiana. E per farlo tira in ballo perfino la Costituzione, tanto vituperata da molti suoi colleghi di partito ma presa per la giacchetta quando fa più comodo. «Costituzione alla mano, - ha detto il ministro dell'istruzione sulle colonne del quotidiano di via Solferino - voglio che tutti abbiano il diritto di scegliere se andare alla scuola pubblica o alla scuola paritaria». Quindi, «siccome le scuole paritarie costano, sto pensando a una riforma che dia la possibilità di accedere a un bonus a chi vuole frequentarle».
Mentre gli istituti paritari si gongolano, ringraziano, e aspettano di passare alla cassa di viale Trastevere, le dichiarazioni del ministro provocano, com'era prevedibile, una coda di polemiche nel mondo della scuola. Non si meravigliano più di tanto i sindacati. «Da mesi sosteniamo che l'obiettivo vero del Ministro Gelmini è distruggere la scuola pubblica per far posto alle private. Finalmente si ammette che avevamo ragione», dice Mimmo Pantaleo segretario Flc-Cgil. E denuncia come «le risorse da dare alle scuole paritarie sarebbero recuperate dai tagli alle scuole pubbliche». Per questo Pantaleo annuncia che la mobilitazione riprenderà con «un intensità ancora maggiore» a partire dal primo giorno del nuovo anno scolastico perché «è in gioco il diritto all'istruzione per tutti».
Contro i tagli delle risorse alla scuola pubblica batte i pugni anche parte dell'opposizione. Non l'Udc che apprezza e chiede «un'accelerata». Contrario il Pd, secondo la senatrice Mariangela Bastico, responsabile scuola dei democratici, questa bonus promesso dal ministro riuscirebbe a realizzare «quel dualismo nell'istruzione (scuole di serie A e scuole di serie B) che in Italia non si è mai attuato in applicazione alla Costituzione, per la qualità della scuola pubblica, per la forza del suo pluralismo, per la passione e competenza di tanti docenti». Ipotesi «incredibile» secondo l'Idv perché «tolti i rari esempi di istituti privati ad alto livello, la maggior parte di essi sono dei veri e propri diplomifici che sfruttano i giovani professori precari e sicuramente non si basano sulla meritocrazia ma solo sul dio denaro». E che c'è di male? risponderebbe la Gelmini.