Manifesto: La Flc Cgil si mobilita: stop a dicembre in tutta Italia
La decisione presa al termine dell'assemblea nazionale dei delegati rsu
ROMA
Anche la Cgil si mette in moto (metalmeccanici della Fiom a parte). Non ancora come confederazione generale, ma almeno come categoria tra le più tartassate di questo autunno: la scuola. Ieri mattina si è riunita l'assemblea nazionale dei delegati Rsu della Federazione lavoratori della conoscenza, e in quella sede il segretario generale - Domenico Pantaleo - ha lanciato un programma di iniziative che dovrà raggiungere l'apice con lo sciopero generale della categoria entro dicembre. Ma, visto che l'interlocutore obbligato è in ogni caso il governo, questa scadenza dovrebbe essere estesa anche al pubblico impiego in generale.
Le ragioni del ciclo di proteste sono note: i tagli alla dotazione finanziaria della scuola di ogni ordine e grado (dalle materne all'università) stanno demolendo quel che resta della pubblica istruzione. «Un vero flagello per la qualità formativa», li ha definiti Pantaleo, che nei prossimi anni porteranno a ulteriore sconquasso». Al centro resta il problema dei precari, i quali - anche se l'emendamento approvato l'altra sera in sede di conversione alla Camera sembra aver fatto «un piccolo passo avanti» - sono in stragrande maggioranza fuori da ogni assegnazione per quest'anno (forse 25.000 tra docenti amministrativi, al massimo).
Il calendario di iniziative parte con il 7 novembre in cento piazze di altrettante province. L'evento centrale sarà a Roma, in piazza Navona, con la partecipazione di artisti, cantanti e uomini di cultura. Il 19 ci sarà una seconda tornata incentrata sul rapporto tra ricerca e politica industriale, immediatamente seguita (il 21) da una manifestazione nazionale per pretendere dal governo di aprire la discussione (e un tavolo) su tutti questi problemi. Infine, a dicembre, lo sciopero generale.
Il collegamento con il pubblico impiego, per quella occasione, è stato forse involontariamente fornito dal vulcanico ministro Brunetta, ispiratore di un «decreto» che fa strame di normative contrattuali sottoscritte, prassi di maturazione delle carriere, livelli salariali, ecc. Ma soprattutto ispiratore di una falsificante campagna contro tutti i dipendenti pubblici additati al popolo come «fannulloni». E che, tra l'altro, ha disposto il rinvio di un anno delle elezioni per le nuove rsu.
Posizione che ha ricevuto la piena approvazione di Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil. Specie per quanto riguarda le «forme di mobilitazione», ormai indispensabili perché «i temi della scuola restano largamente irrisolti». I tempi sono abbastanza stretti, anche perché a dicembre l'iter della legge finanziaria - quella cui la Cgil chiede di rivedere le risorse per scuola e università - sarà pressoché completato e quindi assai difficile da modificare anche per un governo attento ai problemi. Figuriamoci con questo...