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Manifesto-La camera è sorda La riforma Moratti è legge dello stato

La camera è sorda La riforma Moratti è legge dello stato 259 sì e nessun voto contrario. L'Unione è uscita dall'aula. A tamburo battente l'ultimo regalo della ministra in procinto di lasciare pe...

26/10/2005
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il manifesto

La camera è sorda La riforma Moratti è legge dello stato
259 sì e nessun voto contrario. L'Unione è uscita dall'aula. A tamburo battente l'ultimo regalo della ministra in procinto di lasciare per Milano. E' bufera su An
M. BA.
ROMA
Anulla sono valse più di centomila persone che hanno paralizzato Roma, decine di università occupate in tutta Italia, centinaia di assemblee, confronti e dibattiti pluriennali. A nulla sono valsi i no di tutto il mondo degli atenei, dai rettori agli studenti. La riforma Moratti della docenza universitaria è legge dello stato. La camera approva con 259 voti favorevoli. L'opposizione non ha partecipato al voto finale ed è uscita dall'aula. Già dalla giornata di ieri si capiva che il governo spingeva a tavoletta sulla necessità del provvedimento. Nessun dubbio tra i condomini in lite perenne della Casa delle libertà. Ad ogni buon conto, Silvio Berlusconi si schiera in aula come nelle grandi occasioni.

Il governo è in parata e non teme imboscate. La ministra ha bisogno del suo provvedimento per dedicarsi anima e corpo alla difficile sfida di Milano. Così, a tamburo battente, in un solo giorno di lavori, i deputati votano solerti. Dall'Unione vanno avanti e indietro tra la piazza e l'aula. Stesso atteggiamento anche dai poco onorevoli di An. Alle 16, alla ripresa dei lavori d'aula, i deputati dell'opposizione Titti De Simone (Prc), Paolo Cento (verdi) e Gabriele Lolli (Ds), prendono la parola per riportare le richieste dei manifestanti che da ore assediano il palazzo. De Simone chiede la sospensione immediata dei lavori. Cori di sdegno dalla maggioranza. Poi tocca a Cento puntare il dito contro "quegli irresponsabili deputati di An che si sono messi a dare ordini alla polizia". Dal lato opposto dell'emiciclo La Russa prende un foglio di carta e mima il naso di Pinocchio.

Dalla destra un solo coro: "Cento tornatene a Bologna, se c'era Cofferati ci pensava lui a trattare gli `studenti' come meritano".

Casini dal suo alto scranno prova a sedare gli animi, richiama i deputati di An all'ordine, sostengono di avere ricevuto sputi e spintoni dai manifestanti. Alla storia resta però la foto di Daniela Santanché con il dito medio alzato. Lolli condanna i "gesti scandalosi". Quando interviene La Russa gioca a fare l'ardito ("La Russa a Nassiriya? Se fossi più giovane in Iraq a difendere la patria ci andrei molto volentieri. Grazie"). Ma in piazza a chi lo chiamava fascista rispondeva beato: "E meno male che me lo dite voi". Quando censura l'offerta di acqua da parte della camera agli studenti chiusi nella piazza per ore gonfia il petto: "Mi stupisce quest'opera di buon samaritano non necessaria, Roma non è certo un deserto ci sono le fontanelle". I boati stavolta salgono dall'opposizione. Fabio Mussi, ovviamente, rivendica l'offerta "evangelica" a manifestanti a poliziotti e indica come dovere di tutti i deputati "garantire la libertà di espressione anche davanti ai palazzi istituzionali".

Ma quando si torna a votare gli emendamenti la maggioranza è un rullo compressore, in poche ore, grazie ai tempi contingentati, si passa alle dichiarazioni di voto e al via libera finale. Nonostante Casinil, pilatescamente, avesse chiesto di votare domani.

Niente, si va avanti. Al sì riformatore l'aula è piena a metà. I deputati delle destre applaudono come forsennati e un fiume di teste canute fa la fila per congratularsi con la ministra. Tanto a lungo che il presidente della camera ha dovuto invitarla a "recarsi fuori dall'aula se deve ricevere tanti complimenti".

Moratti è davvero raggiante: "Il parlamento ha approvato un provvedimento fondamentale che completa la nostra azione di rinnovamento dell'università e porta il sistema italiano al livello dei paesi più avanzati". Delle proteste, nulla. Anzi, detta in aula: "In questi tre anni non mi sono mai sottratta al dibattito ed al confronto. È un'accusa che devo respingere". E poi il ritornello sempre più berlusconiano delle "13 su 14" proposte dei rettori recepite dal governo, il "rigore sul sistema dei concorsi"... annuncia pubblicamente di aver chiesto un incontro alla Crui sulla finanziaria ma si rammarica di non aver ricevuto ancora una risposta: "Mi auguro però che ora sia rapida, perché non si dica che sia il governo ad essere indisponibile".

Dopo la manifestazione e le cariche violente della polizia vincitori e vinti sono capovolti. Centrosinistra e sindacati si schierano come un sol uomo con i manifestanti. Con un dubbio: in mattinata erano davvero pochi i presenti in aula dell'Unione. Chissà se a ranghi completi la riforma sarebbe caduta per incostituzionalità?


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