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Manifesto: L'Onda torna in piazza: «È in pericolo il futuro»

Nello sciopero della Flc Cgil anche precari e ricercatori

17/03/2009
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il manifesto

Stefano Milani

«Torniamo a surfare come una volta». L'invito, che sa di speranza, apre la «primavera di conflitto» promessa dai ragazzi dell'Onda. Che domani provano a tornare ad «allagare» le piazze italiane, con la stessa forza movimentista messa in campo nell'ottobre scorso. Roma, Milano, Torino, Napoli, Palermo, Genova, Padova, ogni città è buona per partecipare allo sciopero indetto dalla Flc Cgil. Studenti universitari sfileranno accanto ai ricercatori e ai lavoratori precari degli atenei per rilanciare con forza tutto il loro dissenso contro i tagli del governo alla scuola e contro le leggi targate Gelmini. Che già cominciano a farsi sentire sulla loro pelle. «Sono stati bloccati i nuovi bandi di dottorato nella mia università e il preside alza le braccia: "La colpa non è mia se hanno tagliato i fondi", dice. Così ci ammazzano il futuro». Quella di Alice, studentessa all'ultimo anno di Architettura a Firenze, è la stessa situazione di tantissimi altri suoi colleghi sparsi per lo Stivale.
È dunque ora di ripartire e mobilitarsi. Il calo «fisiologico» di questi ultimi mesi, confida Carlo studente della Federico II di Napoli, «ha fatto bene al movimento che ha ridiscusso alcune posizioni interne e si è ricompattato». Ora, giura, «siamo tornati più vivi che mai». Centro nevralgico rimane Roma e la Sapienza, dove l'Onda è nata e si è sviluppata. E da lì vuole ricominciare a farsi sentire. L'appuntamento è per domani alle 9,30 sotto la statua della Minerva per «ricominciare da dove eravamo rimasti». Nel frattempo però il governo ha aggravato la situazione, c'è una legge (la 133) e un dl (il 180) approvati che hanno dato un ulteriore colpo di grazia all'istruzione del nostro paese, già abbondantemente martoriata. Il loro lavoro è perciò ora più complicato ed è arrivato ad un bivio. «Da un lato - dicono dal primo ateneo capitolino - la distruzione del sistema di formazione e ricerca auspicata dai processi di riforma italiani ed europei, dall'altro l'università viva, autoriformata dal basso attraverso l'autogestione e le pratiche di conflitto».
Anche da Palermo sono convinti che l'Onda è più viva che mai. «Siamo consapevoli - dicono dai collettivi del capoluogo siciliano - che il clima generale di agitazione non è stato neutralizzato, che i rapporti di forza imposti dalla fase esplosiva del movimento rimangono, che nel contesto nazionale come in quello internazionale nuovi movimenti e nuove fasi di forte conflittualità stanno arrivando, che la crisi aprirà nuovi spazi ai movimenti sociali che non si danno per vinti, ma al contrario sono pronti a ripartire forti dell'esperienza di quest'ultimo autunno caldo». Raccolgono la sfida anche i colleghi di Milano che partiranno in corteo dalle 9 da Porta Venezia, mossi dalla convinzione che «i tagli della scure firmata Tremonti-Gelmini non si sono fermati e abbiamo cominciato a pagarne le conseguenze studenti, docenti, ricercatori, professori, tecnici amministrativi, tutte e tutti coloro che hanno a che fare con il mondo della conoscenza e non solo». In questi mesi, concludono, «sono stati colpiti molti altri pezzi di società: meno soldi, ma anche meno diritti e libertà». Per gli studenti di Bologna il 18 marzo sarà anche l'occasione per ribadire «un reddito garantito, un nuovo welfare, contro la precarietà, contro la socializzazione delle perdite». In una parola, contro la crisi. Perché dalla scuola al mondo del lavoro il passo è breve. E così tra i motivi della protesta non c'è solo la riforma Gelmini sull'università ma anche il ddl 116, la famigerata norma «ammazzaprecari», che il Senato si appresta a votare entro questo mese.
In piazza ci saranno poi anche gli studenti medi che protestano per la scomparsa dei corsi di recupero pubblici mentre aumenta il numero dei debiti formativi, con il conseguente aumento del ricorso alle lezioni private. Ciò vuol dire, denuncia la Rete degli studenti, «che aumentano i costi per studiare, e in un momento di crisi questo si traduce nell'aumento della dispersione scolastica e dell'abbandono. Perciò chiediamo più diritto allo studio, più investimenti e provvedimenti seri per dare alla scuola e a tutti i settori della conoscenza un ruolo fondamentale per uscire dalla crisi».
Ma l'effetto Onda non si limiterà solo a domani. Tra gli appuntamenti in calendario, c'è quello del 28 marzo, data del G14 sul welfare a Roma e dello sciopero generale dei sindacati di base. E poi ci sono il 4 aprile, manifestazione nazionale della Cgil, e il 18 e 19 maggio, quando a Torino si terrà il G8 delle università. Insomma ce ne sono di motivi per riprendere (e continuare) a surfare.


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