Manifesto-Italia difficile per i disabili
Italia difficile per i disabili Ieri una giornata europea dedicata alle persone diversamente abili. La Ue dedica l'anno 2003 a loro. Da noi il problema sta nei mancati investimenti, ad esempio nella...
Italia difficile per i disabili
Ieri una giornata europea dedicata alle persone diversamente abili. La Ue dedica l'anno 2003 a loro. Da noi il problema sta nei mancati investimenti, ad esempio nella scuola
CINZIA GUBBINI
ROMA
Il 2003 sarà l'anno europeo delle persone disabili, proclamato dall'Ue, la conferenza inaugurale si terrà ad Atene il 26 gennaio prossimo. Un anno, insomma, dedicato alla comunicazione, alla promozione delle politiche per l'handicap, ma anche all'abbattimento di una cultura dura a morire che vede nell'handicap solo un limite (e di conseguenza limita) invece che una risorsa da scoprire e sviluppare nelle persone "diversamente abili". Ieri, invece, era la giornata europea delle persone disabili, un trampolino di lancio per il 2003. Non se n'è sentito parlare granché, nel senso che poche sono state le iniziative "ufficiali", e dove se ne è parlato si sono raccolte più preoccupazioni che felicitazioni. Il problema fondamentale, che si riscontra in questo campo come altrove, sta nelle risorse. I tagli fanno male, sempre. "Le risorse sono orientate verso quegli obiettivi che si ritengono importanti. Purtroppo la disabilità non è tra questi", nota don Vinicio Albanesi, presidente del Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca) nell'editoriale che ha pubblicato sul sito Redattoresociale (www.redattoresociale.it). Le persone diversamente abili in Italia sono oltre due milioni, ogni hanno nascono 2 mila bambini disabili. La finanziaria 2003 non porta buone notizie per questa parte importante - e spesso invisibile - della popolazione. Ieri il ministro del lavoro Maroni ha annunciato gli interventi del governo nel campo della disabilità: un congedo biennale esteso anche al coniuge in caso di una particolare disabilità in famiglia, un congedo biennale ai genitori di minori che siano affetti da patologie gravi, un periodo di contributi figurativi in favore di genitori lavoratori con figli disabili, agevolazione e incentivi per promuovere l'imprenditorialità anche tra lavoratori disabili. Iniziative certo apprezzabili ma che, in fondo, nascondono una filosofia: della persona diversamente abile si occupi la famiglia. Dietro ai "congedi famigliari" si nascondono i tagli ai servizi sociali, per tutti. Diminuiscono i fondi agli enti locali, diminuisce del 10% la spesa per i servizi e vengono tagliati i finanziamenti a leggi specifiche, come quella per i disabili gravi (162/98). Ma il danno dei tagli ai finanziamenti per i servizi è già sul piatto.
Ne è un esempio la scuola, dove il taglio degli organici ha messo in grave difficoltà l'integrazione dei bambini diversamente abili. Per questo ieri, in occasione della giornata europea, la Cgil scuola ha organizzato un convegno a Roma - è arrivato anche un messaggio augurale del presidente Ciampi - a cui è seguito un colorato sit-in di fronte al ministero dell'Istruzione. Con la Finanziaria 2002, infatti, la situazione nelle scuole è diventata preoccupante. Ovunque, per i 140.478 studenti disabili delle scuole statali, sono diminuite drasticamente le ore di sostegno. In media, ora, un alunno disabile ha poco meno di 2 ore di sostegno al giorno. Per la loro integrazione, infatti, il decreto interministeriale 169/2002 ha assegnato complessivamente 56.954 posti, e come "scorciatoia" è stata messa nelle mani del dirigente regionale la possibilità in deroghe in caso di handicap grave. E pensare che ieri, tra il pubblico, era presente anche un precario, Alessandro, che notava come "almeno un milione di persone, come me, ha vinto un concorso ma non riesce a fare l'insegnante".
Il sottosegretario Aprea, inoltre, ha insistito sull'aumento delle certificazioni sanitarie per i bambini disabili. In realtà, notano alla Cgil, l'aumento di certificazioni si riscontra nel `99-00 nella scuola d'infanzia (e magari evidenzia una maggiore cultura dell'inserimento nelle scuole) e nella secondaria superiore in coincidenza con la legge 9/99 che innalza l'obbligo scolastico. "I dati andrebbero analizzati con più attenzione", nota Rita Candeloro della Cgil. "Per decenni l'inserimento dei bambini con handicap a scuola è stato considerato un valore, da due anni viene considerato un costo - ha osservato il segretario della Cgil scuola, Enrico Panini - Bisogna cambiare radicalmente segno e considerare i diritti delle persone come diritti che vanno costituzionalmente tutelati su tutto il territorio nazionale".