FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3795437
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Manifesto-Istruzione negata, vittime le bambine

Manifesto-Istruzione negata, vittime le bambine

Istruzione negata, vittime le bambine Rapporto Unicef Nel mondo sono 100 milioni i minori che non hanno accesso alla scuola. Doppia discriminazione per le adolescenti. Accuse alle "dimenticanze" dei...

19/04/2005
Decrease text size Increase text size
il manifesto

Istruzione negata, vittime le bambine
Rapporto Unicef Nel mondo sono 100 milioni i minori che non hanno accesso alla scuola. Doppia discriminazione per le adolescenti. Accuse alle "dimenticanze" dei Paesi ricchi
IAIA VANTAGGIATO
ROMA
Sono milioni - in tutto il mondo - le bambine cui viene negata la possibilità di frequentare financo la scuola elementare. Una disparità di genere che mentre sembra diminuire a livello globale, cresce in molti paesi del mondo: Yemen, Niger, Ciad, Burkina Faso, Mali, Costa d'Avorio, Guinea-Bissau, Benin, Guinea e Pakistan. A denunciarlo, è il rapporto annuale dell'Unicef sull'istruzione primaria - "Progress for children" - presentato ieri a Ginevra. Un rapporto che si pone come obiettivo il raggiungimento entro il 2015 - e secondo i parametri stabiliti dagli "Obiettivi di sviluppo del millennio" - di un grado universale di istruzione primaria. Un traguardo difficile, per raggiungere il quale la parità di genere resta la prima tappa intermedia da realizzare.

E' vero, come dice l'Unicef, che entro la fine del 2005 saranno "soltanto" 100 milioni i bambini esclusi della scuola: 15 milioni in meno rispetto al 2001. Come pure è vero che alla realizzazione di questo risultato, abbia contribuito il numero sempre crescente di bambine che sono riuscite a frequentare la scuola. Ma il numero è ancora troppo basso e incapace di garantire parità e istruzione universale.

"L'istruzione - ha dichiarato il direttore generale dell'Unicef Carol Bellamy - è qualcosa di più di un semplice apprendimento. In molti paesi è una via di salvezza, specialmente quando si tratta di bambine. Una bambina esclusa della scuola è più facile preda dell'Aids e ha meno possibilità di creare una famiglia sana". La parità di genere sarebbe insomma il prerequisito necessario perchè l'istruzione primaria possa assumere - entro un decennio - i caratteri dell'universalità.

Al momento, tuttavia, permarrebbero grosse distinzioni tra una nazione e l'altra. I 10 paesi in via di sviluppo più vicini all'obiettivo sarebbero il Perù, Sao Tomè e Principe, Surinam, Vietnam e Ghana. Tra i paesi più vicini al traguardo ci sarebbero anche Colombia, Moldavia, Armenia, Azerbaigian, Bosnia ed Erzegovina. Circa 125 dei 180 paesi per i quali vi sono dati disponibili, potrebbero raggiungere la parità di genere entro il 2005 ma la media globale si abbassa in Medio Oriente, Nord-Africa, Asia meridionale e Africa centro-occidentale. In America latina, Caraibi, Asia centrale e Pacifico dove sono favorite le bambine.

Ma a fare da ostacolo all'accesso all'istruzione, è ancora e soprattutto la povertà: i bambini provenienti da famiglie più povere del 20% rispetto al resto della popolazione hanno in media una probabilità tre volte inferiore di frequentare la scuola primaria rispetto agli altri bambini. Nell'Europa centro-orientale e nell'ex Urss, i bambini più poveri hanno una probabilità 1,6 volte maggiore di non frequentare la scuola.

Alla povertà, si aggiunge poi il grado di istruzione delle madri. Circa il 75% dei bambini che non frequentano la scuola primaria nei paesi in via di sviluppo hanno madri che non sono mai andate a scuola. E la percentuale varia da regione a regione: si va dal 28% in Asia orientale-Pacifico contro l'80% in Africa centro-occidentale, Asia meridionale, Medio Oriente-nord Africa. Oltre a questo, naturalmente, pesano l'Aids, le guerre, il lavoro minorile, il traffico di bambini e i disastri naturali.

Ma più di ogni altra cosa, a pregiudicare la realizzazione dell'istruzione "per tutti" sono le politiche degli stati. "Tutti i paesi - denuncia l'Unicef - devono cominciare a considerare l'istruzione un diritto umano fondamentale, non un qualcosa in più concesso quando i bilanci lo permettono. La decisione del Kenya di abolire le tasse scolastiche per la scuola primaria, seguendo le orme di Tanzania e Uganda, rappresenta esattamente quel tipo di cambiamento drastico". Un appello cui sembrano aver risposto sinora solo Gran Bretagna, Norvegia, Finlandia e Irlanda che hanno stanziato aiuti specifici. La Spagna - nel 2005 - si è distinta per aver cancellato il debito argentino a condizione che Buenos Aires investa l'equivalente nell'istruzione mentre la Germania, già a partire dagli anni `80, finanziava programmi di istruzione inviando i propri insegnanti nei paesi dell'Est. L'Italia, va da sé, latita.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL