Manifesto: Ispra: la vertenza sul Financial Times e Science
RICERCA I ricercatori sul tetto dell'istituto. Ma il ministro Prestigiacomo continua a tacere
Giulia Torbidoni
Dopo Natale, anche capodanno. I ricercatori dell'Ispra si preparano a salutare il 2010 dal tetto dell'istituto dove stanno da più di un mese per protestare contro i tagli alla ricerca decisi dal governo. «Anche se ci dovessero rinnovare il contratto per pochi mesi, noi non scenderemmo. Siamo stanchi di rinnovi per poco tempo», ha detto Michela Mannozzi, ricercatrice dell'Ispra. Dal tetto non si scende quindi, e mentre il governo tace la notizia inizia ad attrarre la stampa internazionale.
La più importante rivista scientifica del mondo, Science, ha pubblicato sul suo sito la notizia della situazione dei ricercatori dell'Ispra. E a gennaio, dicono gli scienziati, uscirà l'articolo sul numero cartaceo. «Scienziati italiani contestano i tagli» è, invece, il titolo che il Financial Times ha dato al suo articolo sui ricercatori dell'Ispra apparso ieri in terza pagina, proprio sotto al pezzo sulle proteste iraniane. «Con tende bagnate e alberi di Natale di plastica sono arroccati nel loro centro di ricerca», inizia l'articolo che prosegue «gli scienziati dell'ambiente italiani stanno entrando nella sesta settimana di protesta sul tetto contro i larghi tagli imposti dal governo Berlusconi». L'articolo ripercorre la storia dell'Istituto: «Stefania Prestigiacomo, ministro dell'ambiente che proviene da una famiglia di industriali siciliani, ha fondato l'Ispra l'anno scorso, unendo tre istituti di ricerca e protezione ambientale.\L'Ispra è stato messo sotto la gestione di un commissario speciale che è l'ex vice capo della polizia». La situazione attuale è che «200 lavoratori hanno perso il lavoro quest'anno e oltre 230 lo rischiano da gennaio, mentre il ministro ha rafforzato un corpo separato, chiamato Sogesid, specializzato in servizi ambientali e che, si dice, può avere assegnati dei contratti senza un'asta pubblica». Il Financial Times sottolinea che «nè Prestigiacomo nè il commissario speciale sono andati dai manifestanti» e che il nostro paese «sta in fondo alla classifica europea della spesa pubblica per ricerca e sviluppo».
In compenso, come denuncia sul suo blog Marco Cattaneo (Le Scienze), i soldi che servono a stabilizzare i ricercatori dell'Ispra ci sarebbero già e il ministero dovrebbe sborsare un milione all'anno. È troppo, se si pensa che Natale a Beverly Hills, inserito nella lista di pellicole a interesse culturale, è costato «1,5 milioni di euro»?