Manifesto: In piazza per insegnare al ministro a fare i conti
Gelmini insiste: «Più tempo pieno». L'Asal: nel Lazio disavanzo di 44 milioni di euro
Il ministro dell'Istruzione Maristella Gelmini insiste: «Il tempo pieno non è stato toccato, anzi è stato aumentato. Secondo i dati del ministero ne usufruiranno 50 mila bambini in più. Le polemiche mi sembrano pretestuose», ha detto ieri a margine della firma del protocollo per la promozione della cultura della legalità nelle scuole. Certo da una persone totalmente digiuna di didattica prima di diventare ministro, non si può pretendere che capisca al volo come l'aumento delle iscrizioni al tempo pieno sia determinato dall'aumento delle richieste anche al sud. E che - di contro - ormai dappertutto non si riesce a rispondere al «boom» di domande da parte delle famiglie. Ma le proteste che stanno montando un po' in tutta Italia dovrebbero metterla in guardia. Intanto oggi, alle 17 davanti al ministero dell'Istruzione in viale Trastevere, a ricordarle come si fanno i conti ci penseranno i più di 80 istituti romani che in questi giorni hanno dato vita alle «quattro giornate per la scuola pubblica». Icona della mobilitazione la Mafalda di Quino che grida «Basta», già «protettrice» delle manifestazioni che si sono svolte in tutta Italia quest'anno contro una scuola pubblica che «va a rotoli». «Portiamo coperchi, cucchiai di legno, fischietti ecc...per farci sentire. Indossiamo pinne e maschere per ripescare simbolicamente la scuola che affonda!», si legge nel volantino del Coordinamento permanente scuole di Roma che convoca l'«assedio sonoro» di oggi pomeriggio. A Roma e provincia sono state tagliate 68 classi a tempo pieno. Inoltre non sono state soddisfatte le nuove domande delle famiglie che avrebbero permesso la formazione di ben 212 nuove classi. E anche dove il tempo pieno rimane, i tagli hanno comportato (già nell'anno in corso, e spesso anche negli anni passati) che questo modello didattico-educativo - basato sui tempi distesi di apprendimento, incentrato sulla collaborazione di due insegnanti che svolgono lezioni con quattro ore di compresenza - perdesse il suo valore, imponendo ai dirigenti scolastici e agli insegnanti di rinunciare alle lezioni «in tandem». Ma i problemi della scuola non si fermano qui. Rimanendo nel Lazio ieri l'Asal - un'associazione che riunisce 345 scuole pubbliche - ha lanciato l'allarme: le scuole laziali hanno un disavanzo di 44 milioni e 481 mila euro. Con una lettera inviata a 150 mila famiglie, il presidente Paolo Mazzoli ha spiegato che sono a rischio laboratori e didattica, e che negli ultimi 10 anni la spesa pubblica per la scuola è diminuita dell'1%: circa 7,7 miliardi in meno all'anno. (ci. gu.)