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Manifesto-Il venerdì nero del "ministro per la d-istruzione

Il venerdì nero del "ministro per la d-istruzione" A Milano genitori e maestre occupano decine di scuole a sostegno del tempo pieno. E oggi tre cortei LUCA FAZIO MILANO La prima "scuola occupat...

14/02/2004
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il manifesto

Il venerdì nero del "ministro per la d-istruzione"
A Milano genitori e maestre occupano decine di scuole a sostegno del tempo pieno. E oggi tre cortei
LUCA FAZIO
MILANO
La prima "scuola occupata e preoccupata", alle 8 del mattino, è stata quella di via Morosini. "E abbiamo avuto il quasi totale appoggio delle insegnanti", dice Vinicio Civinini, un papà. In tutta Milano, fino a sera, è stata una festa con merenda per altre decine di scuole materne, elementari e medie. Sessanta. Tutte quelle che hanno inventato una delle più riuscite iniziative contro la riforma Moratti. E' stata la prova generale di una sorprendente capacità di autorganizzazione; l'incantesimo si è rotto perché nelle scuole dei più piccoli le maestre prima non parlavano con i genitori (e viceversa) e adesso hanno ricominciato a farlo: e non parlano di rivendicazioni di categoria ma della difesa di un bene che è sentito comune da tutti, la scuola pubblica. E oggi gli stessi genitori - con insegnanti, nonni e bambini - replicano con due cortei diretti in Duomo che partono alle 15: uno da Porta Venezia e l'altro da Porta Ticinese. Un terzo corteo, degli studenti medi, si muove invece alle 10 da piazza Cairoli. Per capire che è difficile organizzare una manifestazione meglio di così, basterebbe farsi un giro nelle scuole simbolicamente occupate, non fossero sessanta. Il cortile delle elementari di via Mattei si è trasformato in un laboratorio per costruire cappelli d'asino (li vedremo in corteo) e distribuire coccarde arancioni. A Niguarda, con partenza dalle scuole di via Cesari, hanno addirittura organizzato una manifestazione. "Le insegnanti della Cesari e della Passerini - spiega Antonella Loconsolo, una mamma - per protesta hanno deciso di non consegnare le schede di valutazione e di incontrare tutti i genitori: da quelle assemblee abbiamo deciso la mobilitazione". In un primo momento, invece, le maestre delle elementari di via Muzio avevano deciso di andarci con i piedi di piombo, poi, spiega Alberto Ciullini, un altro papà, "appena qualcuna si è schierata apertamente le classi si sono improvvisamente trasformate in bande di comunisti, e adesso sono tutte qui che ci aiutano a dipingere gli striscioni". Le maestre ritrovate. Patrizia Quartieri, maestra delle elementari di via delle Foppette, dice "grazie Moratti", con ironia ma nemmeno troppa: "Finalmente nelle scuole si comincia a respirare un'aria diversa, fino ad ora genitori e insegnanti si trovavano su fronti opposti e oggi non è più così, cominciano a circolare ritagli di giornale, si discute, ci si confronta...". E le occasioni per "ringraziare" nuovamente Moratti non mancheranno nei prossimi giorni, visto che il ministro ha appena messo a punto l'ennesimo decreto che questa volta offrirebbe agli studenti la cosiddetta "alternanza scuola/lavoro": significa che i ragazzi dai 15 ai 18 anni verranno "agevolati" nel decidere quale strada (professionale) devono prendere, il tutto in accordo con le imprese, le camere di commercio, l'industria e l'artigianato. Al termine dei percorsi formativi, e detta così fa già venire i brividi, le istituzioni scolastiche rilasceranno una certificazione ad hoc che attesta "le competenze spendibili nel mercato del lavoro". A fronte di un'altissima dispersione scolastica, si va tutti a lavorare a 15 anni grazie al ministro dell'"istruzione"? Giovedì, 19 febbraio, anche di questo discuteranno i sindacati della scuola nel prossimo match con il ministro Moratti.


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