Manifesto-Il senato stoppa, Moratti va avanti
Il senato stoppa, Moratti va avanti La Commissione bilancio dice no a due articoli. Oggi decreto a palazzo Chigi CINZIA GUBBINI ROMA Riformulare. Questa la parola "bomba" contenuta nel par...
Il senato stoppa, Moratti va avanti
La Commissione bilancio dice no a due articoli. Oggi decreto a palazzo Chigi
CINZIA GUBBINI
ROMA
Riformulare. Questa la parola "bomba" contenuta nel parere (non vincolante) espresso ieri pomeriggio dalla Commissione bilancio del senato sulla riforma della scuola. La Commissione ha dato parere favorevole - come avevano già fatto ieri le commissioni cultura e la commissione bilancio della camera - ma le condizioni poste sono molto pesanti. A questo punto la prassi politica vorrebbe che il ministro Moratti modificasse gli articoli "incriminati", invece è già stata presa la decisione. Ieri sera il responsabile scuola di Forza italia, Mario Mauro, ha assicurato che il decreto sarà presentato oggi in Consiglio dei ministri. D'altronde le correttezze formali non sono il fiore all'occhiello di questo ministero: le commissioni cultura, infatti, avrebbero dovuto esprimersi solo dopo aver visionato il parere della commissione bilancio e non prima, come invece è avvenuto mercoledì sera in entrambi i rami del parlamento. Tanto che alla camera i deputati dell'opposizione hanno rifiutato di partecipare al voto. Ma vediamo quali sono i rilievi principali proposti dalla Commissione bilancio. Gli articoli da riformulare sono il primo, laddove "assicura" la generalizzazione dell'offerta formativa e la possibilità "di frequenza della scuola dell'infanzia", rimandando tutto, però, a un successivo decreto. La Commissione ha eccepito che, ai sensi della legge 53 del 2003 (la riforma Moratti), non si può inserire alcun accenno alla generalizzazione perché comporta un maggiore onere di spesa, e quindi è necessario un preciso stanziamento di bilancio. Il secondo rilievo riguarda l'anticipo scolastico. La Commissione chiede che l'anticipo delle iscrizioni alla scuola dell'infanzia (2 anni e mezzo d'età) e alla scuola elementare (5 anni e mezzo) sia modulata non soltanto per gli anni 2004-2006, ma anche successivamente. Altrimenti, spiega la Commissione, gli stanziamenti previsti dal decreto non sono sufficienti. Modo elegante per dire che in quanto a previsioni di spesa il ministero ha barato.
Nonostante tutto ciò, la destra continua a dire che non si tratta di una bocciatura. Si è affrettato a precisarlo lo stesso presidente della Commissione bilancio, Azzolini (Fi): "Si tratta solo di una raccomandazione di metodo", ha detto. A dimostrazione del fatto che l'ordine di scuderia è molto chiaro: blindare la riforma Moratti, come era già successo nel caso delle dimissioni-lampo della relatrice del decreto in Commissione cultura alla camera, Angela Napoli. Gli unici che potrebbero divincolarsi sono quelli dell'Udc, che continuano a dire che daranno battaglia, ma ormai ci credono in pochi.
Cadono nel vuoto, dunque, le invocazioni delle opposizioni di ieri, che invitavano il ministro Moratti a fermarsi. Alba Sasso (Ds) annuncia comunque, sin da ora, che il decreto verrà impugnato: "Ora ci sono le basi". Graziella Pagano (Ds) parla di "scandalo". Anche il segretario della cgil scuola, Enrico Panini, era intervenuto ieri per chiedere il ritiro del decreto. Piero Bernocchi dei Cobas invita a "continuare la mobilitazione". Per oggi previsto un sit-in davanti palazzo Chigi.