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Manifesto-Il Rutelli delle libertà

Il leader della Margherita sul Corriere della Sera sostiene che le riforme approvate dalla destra non vanno cancellate. Invita tra l'altro a "sperimentare la Moratti". E solleva un coro di proteste...

05/08/2004
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il manifesto

Il leader della Margherita sul Corriere della Sera sostiene che le riforme approvate dalla destra non vanno cancellate. Invita tra l'altro a "sperimentare la Moratti". E solleva un coro di proteste, anche da parte della maggioranza diessina
MICAELA BONGI
ROMA
Questa volta non è solo l'ala sinistra della coalizione a saltare sulla sedia. Ha un sussulto il presidente dei senatori diessini Gavino Angius, prende le distanze anche il responsabile lavoro della Quercia, Cesare Damiano. I prodiani sono decisamente inviperiti. A dare una nuova scossa al centrosinistra ci pensa ancora una volta Francesco Rutelli. Intervistato dal Corriere della sera, il leader della Margherita la dice davvero grossa. I provvedimenti varati dalla Cdl? "Se andremo al governo non potremo scaraventare l'Italia in un terzo quinquennio di riforme che riformano riforme che avevano riformato altre riforme". Tradotto: non andranno cancellate quelle della destra, semmai aggiustate qua e là, perché "non si può seminare nel paese l'incertezza permanente sul futuro". Per spararla il più grossa possibile, Rutelli porta come esempio la riforma Moratti sulla scuola, che andrà "sperimentata" per poter "stabilire i punti precisi su cui intervenire", la riforma previdenziale e la legge Biagi che andrà giusto "ritoccata per evitare alcune esasperazioni". All'esasperazione Rutelli per ora sta portando gli stessi esponenti del suo partito. In particolare i prodiani contro cui il leader della Margherita ha ingaggiato una battaglia che punta a colpire lo stesso Prodi. L'ex sindaco di Roma, nella sua intervista, liquida così il primo governo dell'Ulivo: a differenza di Berlusconi, il professore "raggiunse in un anno e mezzo il suo obiettivo: raccolse la sfida di agganciare l'Italia all'Euro e la vinse. Peccato che quella sfida non conteneva traguardi successivi e forse fu uno dei motivi che portò l'alleanza a disgregarsi". Ora a Prodi toccherà redigere un programma "che tenga conto delle diverse sensibilità che animano la coalizione". Cioè no a "condizionamenti" da parte di Rifondazione".

Già ieri, nella direzione della Margherita si era consumato un altro scontro tra Arturo Parisi e l'asse Rutelli-Marini, con il primo che si era rifiutato di votare le regole per il tesseramento. Letta l'intervista a Rutelli, il "parisiano" Franco Monaco sbotta: "Ieri abbiamo chiesto invano di fare il punto sulla situazione politica, invertendo l'ordine del giorno, ci si è occupati solo di tesseramento. Ora Rutelli formula giudizi e orientamenti di particolare rilievo che avrebbero meritato di essere discussi. Un partito degno di questo nome si costituisce e cresce solo se gli orientamenti politici sono discussi e decisi dentro i suoi organi". La "piattaforma programmatica neocentrista", come il segretario di Rifondazione Fausto Bertinotti definisce la sortita del leader margheritato, porta poi nuovamente lo stesso Prc, la sinistra dell'Ulivo e il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani a sollecitare l'elaborazione di un programma. Un programma di alternativa, concorda anche la maggioranza diessina. Mentre la rincorsa del centrodestra, segnala il presidente dei Verdi Pecoraro Scanio, conduce direttamente al suicidio.

Nel merito delle riforme da non riformare elencate da Rutelli, il segretario generale della Cgil scuola, Enrico Panini, sottolinea come "ci sia ben poco da sperimentare, perché la realtà che abbiamo sotto gli occhi parla chiaro". Concorda la diessina Alba Sasso. Dalla Quercia, protesta poi Angius: "Francamente non ho capito a cosa si riferisse Rutelli: il 90 per cento delle leggi della cdl va preso e stracciato. Vogliamo parlare delle leggi vergogna? Vogliamo parlare delle politiche economiche e sociali? Siamo al disastro. Vogliamo parlare della riforma Moratti? E una controriforma. Invece di dividerci in dibattiti inutili dobbiamo continuare l'impegno di costruire l'unità del centrosinistra". Certo, anche nella maggioranza dei Ds, soci della Margherita nel listone, c'è chi non trova poi del tutto stonate le parole di Rutelli. Il capogruppo a Montecitorio Luciano Violante dice infatti che "non si può ogni legislatura buttare a mare quello che ha fatto la legislatura precedente". Dunque, ci sono leggi che vanno cancellate (il falso in bilancio, le rogatorie...), altre, la legge 30, quella sulla scuola, la riforma previdenziale, da "correggere profondamente".

La questione del programma va di pari passo con quella di un impegno più diretto del Professore. Che Rutelli punta a logorare (tra l'altro sostiene che Berlusconi dovrebbe portare a termine il mandato per poter "dare poi un giudizio compiuto sulla sua azione di governo"), offrendo al tempo una sponda alle pulsioni neocentriste. L'Udeor di Clemente Mastella è entusiasta: "E' ora che il centro-sinistra - si esalta infatti Mauro Fabris - la smetta con la logica miope e perdente della demonizzazione strumentale di tutto ciò che fa la Casa delle libertà".


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