FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3854413
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Manifesto: Il preside Iacono: «L'unica violenza è quella del premier»

Manifesto: Il preside Iacono: «L'unica violenza è quella del premier»

Berlusconi vuole trasformare un movimento che ha come obiettivo la discussione di una legge nell'oggetto di un intervento di ordine pubblico. Questo è un atto di violenza, non la mobilitazione degli studenti.

23/10/2008
Decrease text size Increase text size
il manifesto

Iaia Vantaggiato

INVIATA A PISA

Via libera alla presenza delle forze dell'ordine negli atenei e nelle scuole occupate. Ne parliamo con Maurizio Iacono, preside della facoltà di lettere all'università di Pisa.
Un atto di violenza. Così Berlusconi ha definito, ieri, le mobilitazioni degli ultimi giorni.
Credo che ad essere violenta sia - piuttosto - l'iniziativa del presidente del consiglio. Violenta, sbagliata, pericolosa e politicamente irresponsabile. Berlusconi vuole trasformare un movimento che ha come obiettivo la discussione di una legge nell'oggetto di un intervento di ordine pubblico. Questo è un atto di violenza, non la mobilitazione degli studenti.
Che cosa teme?
Che a una dichiarazione di guerra qualcuno decida di rispondere con la guerra. Sarebbe un vero peccato e lo dico avendo l'ateneo di Pisa come osservatorio privilegiato.
Gli studenti pisani sono stati tra i primi a mobilitarsi.
A Pisa, in un'università che vanta un'antica tradizione e che in tutto il mondo viene considerata polo d'eccellenza, manifestazioni ed assemblee si sono svolte nella massima democrazia e partecipazione e tutti - studenti, ricercatori, personale tecnico amministrativo e docente - hanno sempre mantenuto un atteggiamento responsabile financo rispetto all'attività didattica che, anzi, si è rafforzata. C'è solo da sperare che interventi esterni non facciano degenerare la situazione.
Crede che dopo la conferenza stampa di ieri l'opposizione si deciderà a intervenire con toni più decisi?
Io temo che, al fondo, governo e opposizione condividano un certo modello di università. Pensi all'atteggiamento negativo che - nei confronti dell'università - ha avuto anche il precedente governo di centrosinistra. Un atteggiamento che ora si va sempre più radicalizzando.
Ma l'università avrà pure qualche responsabilità.
Assolutamente sì anche se, allo stato attuale, il governo spara nel mucchio.
Quali, secondo lei, le responsabilità del sistema accademico italiano?
Nessuna autonomia dalla politica e incapacità di autogoverno. Ho sempre sostenuto che dovremmo essere noi i primi a prendere le distanza da quelle strane e ambigue commistioni che si sono andate via via determinando tra università e mondo politico e sociale, imprese e mercato compresi.
Nessun taglio per l'università, dice Berlusconi.
I tagli ci sono e ci saranno da ora ai prossimi anni. Tagli indiscriminati, capaci soltanto di mettere a repentaglio il futuro dell'università e dei ricercatori più giovani e competenti.
Sul blocco del turn over non si discute. Almeno su questo il premier è stato onesto.
Altro capitolo scabroso. Se l'eta media dei nostri docenti è alta è perché il reclutamento non c'è stato e il reclutamento non c'è stato perché sono mancati i finanziamenti.
Si comincia a discutere di università e si finisce sempre a parlare di soldi.
Succede quando è ad una legge finanziaria e non ad una riforma che si affida il compito di reinterpretare il ruolo del sistema accademico.
Informazione e formazione, scuola, università e ricerca. L'attacco del governo è indiscriminato. Perché?
Perché c'è un'ondata di destra il cui segno sta da un lato nell'immissione di una cultura plebea e, dall'altro, nell'odio verso ogni forma di attività intellettuale che - se proprio ha da esserci - deve essere irregimentata. Da qui all'idea di un'università buona solo a creare le diseguaglianze il passo è breve.
Nulla di casuale, dunque, ma un vero disegno politico?
Sa cosa sta facendo questo governo? Attacca tutto ciò che è pubblico perché l'idea stessa della diseguaglianza entri a far parte dell'immaginario collettivo. E' come se, di continuo, chiedesse ai deboli di accettare l'idea di diventare sempre più deboli. Solo su questo viene giocato il consenso. E se questo non basta si ricorre alla forza.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL