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Manifesto-Il mondo rubato ai ragazzini

Il mondo rubato ai ragazzini GUGLIELMO RAGOZZINO Come si fa a ottenere che i bambini e le bambine non pensino più a Letizia Moratti come a una Crudelia De Mond che si occupi di loro invece che dei...

04/02/2004
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il manifesto

Il mondo rubato ai ragazzini
GUGLIELMO RAGOZZINO
Come si fa a ottenere che i bambini e le bambine non pensino più a Letizia Moratti come a una Crudelia De Mond che si occupi di loro invece che dei centouno dalmati da pelliccia? Non è un facile percorso e temiamo che l'intervento dell'onorevole Maria Burani Procaccini che ha proposto una legge - quella di cui si parla in questa stessa pagina - per escludere la giovane generazione dalla vita politica, non aiuti la riabilitazione della signora ministra dell`istruzione (non più pubblica). Burani Procaccini chiede che la legge vieti ai minori di undici anni di partecipare a riunioni in luogo pubblico che non siano religiose, sportivo-ricreative o educativo-culturali. "Vogliamo evitare nuove strumentalizzazioni nel corso di manifestazioni politiche, così come è avvenuto nel corso delle iniziative contro la riforma Moratti". In altre parole, stando alla deputata di Forzaitalia, sostenuta dal capogruppo Elio Vito, per bimbi e bimbe va bene la processione e va bene la curva-sud, mentre non va bene la manifestazione del 17 gennaio 2004 a sostegno del tempo pieno Non vanno bene le manifestazioni contro la guerra, non essendone "universalmente condivisi" i princìpi.

Tanto meno vanno bene le manifestazioni come quella del 23 marzo 2002 al Circo Massimo di Roma quando tra milioni di mamme e papà, zii e nonni, vi erano anche diecimila o centomila piccoli. E siccome quella manifestazione (in difesa dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, figurarsi!) era certo tra quelle che tra qualche settimana saranno vietate ai minori di undici anni, la sanzione amministrativa prevista, tra 500 e duemila euro, avrebbe consentito un buon bottino al ministro Giulio Tremonti, unendo così l'utile al dilettevole. La morale ai pupi, che imparino una volta per tutte a rispettare chi comanda; e la tassa sulla groppa dei genitori che non glielo sanno, o vogliono, insegnare; anzi li portano a manifestare in piazza contro L'Ordine.

Noi crediamo fermamente che a sette o dieci anni ogni persona sia, appunto, una persona, capace di avere dei diritti e in grado di farsi un'idea su quello che la circonda, per esempio la scuola, i tempi, le maestre. Non pretendiamo però che la Moratti la pensi allo stesso modo: l'embrione sì, il bambino di dieci anni, no. C'è però una contraddizione. Moratti difende a spada tratta e quel che più conta, finanzia il privilegio educativo delle famiglie. Sono cioè le famiglie ad avere l'onere e il diritto di scegliere quale educazione impartire ai figli; e su questo principio insiste molto, al punto di portare un attacco allo stesso valore universale della scuola pubblica. Che dire allora di genitori che svolgono come meglio sanno o credono la funzione educativa e portano i figli alla manifestazione, in allegria, con le maestre? Si deve togliere loro la patria potestà, per rivendicare il diritto del "preside dell'Italia" a governare?


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