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Manifesto: Il governo scommette sull'ignoranza togliendo finanziamenti alle scuole

Il centrodestra mortifica l'istruzione, dalle elementari fino all'università. Enrico Panini, Cgil: «Questa manovra è un massacro»

18/07/2008
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il manifesto

Luca Fazio

MILANO Fanno scandalo i tagli alle «forze dell'ordine» nel paese che vanta il più alto numero di agenti in Europa, e non l'ulteriore strangolamento del sistema scolastico nel paese che vanta uno dei più alti tassi di abbandono d'Europa (11,1% al primo anno delle superiori), che si colloca agli ultimi posti come livello di scolarizzazione e che spende meno degli altri per l'istruzione (nel 2005, appena il 4,1% del Pil). Se il governo scommetterà sull'ignoranza, probabilmente avrà partita vinta. Secondo un'analisi della Cgil, nel biennio 2007/08 - quando governava il centrosinistra - la scuola italiana ha già subìto il taglio di 25 mila posti di lavoro - 20 mila docenti, 5 mila non docenti (Ata). I prossimi tre anni andrà anche peggio. L'obiettivo della Finanziaria, infatti, punta alla riduzione di 100 mila docenti e 43 mila Ata per realizzare un risparmio di spesa di 7.832 milioni di euro fino al 2012. Quanto alle assunzioni, il ministero per ora ha solo annunciato che nel corso di quest'anno saranno 32 mila (25 mila docenti, 7 mila Ata). Una cifra che sindacati e mondo della scuola ritengono del tutto insufficiente, considerato che la Finanziaria del 2007 ne prevedeva 60 mila. Il documento presentato dal governo prevede anche un «contentino», cioé una quota (circa 2.100 milioni di euro) che dal 2010 sarebbe destinata ad integrare le risorse contrattuali. Come si potrà realizzare questa previsione di spesa? O con un miracolo, oppure risparmiando qua e là con provvedimenti che mettono i brividi a chi nella scuola ci lavora. Aumenterà il numero di alunni per classe (già succede), torneranno alla carica i detrattori del tempo pieno (ricordate l'ex ministra Moratti?), magari spariranno le scuole serali, oppure qualche pedagogo del calibro della ministra Gelmini - quella del 7 in condotta e dei grembiulini - riproporrà la maestra unica per le scuole elementari. «Un massacro», sintetizza Enrico Panini, segretario generale della Cgil scuola. «La scuola da sola paga un tributo di quasi 8 miliardi di euro, in più c'è il bagno di sangue per l' università e la ricerca, dove si punta sulle privatizzazioni trasformando le università in fondazioni. Inoltre, è stato presentato un emendamento alla Camera che, se approvato, consentirà di assolvere l'obbligo scolastico anche nella formazione professionale: la scuola tornerà così ad essere strategicamente un fatto di classe. Stesso discorso vale per l'Università, dove aumenteranno i corsi di frequenza». La manovra, infatti, prevede un taglio di 500 milioni di euro per i prossimi tre anni. Inoltre, è stato fissato un limite del 20% dei pensionamenti per le assunzioni da qui al 2001. Durissima la reazione dell'Adi (Associazione dottorandi di ricerca italiani), che per martedì prossimo 22 luglio ha convocato un'assemblea nazionale aperta alla Sapienza. «Purtroppo questi provvedimenti - spiega in una nota Giovanni Ricco, segretario Adi - sembrano indicare che per il governo l'università e la ricerca sono solo voci di spesa su cui tagliare in maniera indiscriminata. Non c'è nessuna idea di sviluppo del paese ma, al contrario, la convinzione che l'istruzione e la ricerca siano inutili sprechi. Sembra quasi che il governo desideri un paese meno capace di produrre innovazione e cultura, più arretrato quindi». In quanto associazione di dottorandi, l'Adi non gradisce nemmeno il limite sulle assunzioni: «Il blocco del turn over, riducendo il numero dei docenti in ruolo, impedisce il necessario ricambio generazionale, aggravando ulteriormente il problema del precariato».


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