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Manifesto-I sindacati promettono: "In marzo, sciopero"

I sindacati promettono: "In marzo, sciopero" Soddisfatte confederazioni e opposizione per la manifestazione di ieri. Ma la protesta si allarga IAIA VANTAGGIATO La scuola è pronta ad incrociare le...

01/03/2004
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il manifesto

I sindacati promettono: "In marzo, sciopero"
Soddisfatte confederazioni e opposizione per la manifestazione di ieri. Ma la protesta si allarga
IAIA VANTAGGIATO
La scuola è pronta ad incrociare le braccia entro fine marzo. Lo hanno annunciato - dopo la mobilitazione che, nonostante la grandine, ha visto coinvolte ieri circa centomila persone - i rappresentanti delle confederazioni sindacali. Un'unica voce per un unico obiettivo: lo sciopero generale della categoria. "O si ritira ritira il provvedimento - ha affermato il segretario della Cgil scuola, Enrico Panini - oppure noi andremo avanti con la protesta". Perché il dissenso è grande come dimostra l'ampia partecipazione alla manifestazione di ieri. E perché quel primo provvedimento attuativo - come del resto l'intera riforma Moratti - sono stati imposti al parlamento in maniera indecentemente blindata.

E sul metodo utilizzato dal ministro dell'istruzione insiste soprattutto il segretario nazionale della Cgil, Guglielmo Epifani: "Letizia Moratti deve decidersi a discutere con i sindacati altrimenti si arriverà presto ad uno sciopero del settore".

Pesanti anche le parole di Giuseppe Casadio, segretario confederale della Cgil, che punta il dito contro l'esasperato familismo della riforma, la distorsione del rapporto tra scuola pubblica e scuola privata, la devastazione del tempo pieno e il classismo intrinseco al doppio canale.

Duri anche i toni utilizzati da Daniela Culturani della Cisl: "Andremo avanti finché non avremo avuto risposte soddisfacenti". E poi rassicura: come confederazioni sindacali condividiamo una proposta unitaria. Che va dritta allo sciopero, dichiara lo stesso Savino Pezzotta: "Il sindacato è disposto a giocare tutte le sue carte per esprimere il dissenso contro la riforma Moratti". E la scuola - conclude - sarà al centro della piattaforma che verrà varata il prossimo 10 marzo dall'assemblea dei delegati di Cgil, Cisl e Uil.

La protesta, insomma, si allarga. Tanto che persino la moderata, silenziosa e troppo spesso conciliante Uil di Massimo Di Menna si dichiara daccordo nel proclamare la mobilitazione di fine marzo. "Siamo qui - ha detto - per fare una operazione di verità sulla scuola".

Soddisfazione per la manifestazione di ieri ha espresso anche tutta l'opposizione presente in gran forza - dai Ds ai socialisti di Boselli, dai verdi alla Mergherita a Rifondazione comunista passando per il mondo dell'associazionismo - al corteo. "Una risposta alle bugie che ancora dice il centrodestra quando parla di finanziamenti alla scuola, di assunzioni e di modernità", è il commento della diessina Alba Sasso. "Una grande missione civile portata avanti da vive la scuola e paga sulla propria pelle la riforma", è la definizione della senatrice della Margherita Albertina Soliani.

Non manca un messaggio del sindaco Walter Veltroni che difende il tempo pieno, l'autonomia e la laicità della scuola e attacca la politica dei tagli: "Oggi - denuncia - siamo davanti ad una politica dell'incerta e della lesina, non della fiducia e degli investimenti". A conferma, le candide parole di Giuseppe Valditara, responsabile scuola di An: "Loro vogliono una scuola egualitaria". Noi no, dovrebbe essere la retorica risposta.

Di bugie, infine, continuano a parlare i rappresentanti del Polo. Quelle della sinistra, dei sindacati, dei docenti e degli studenti. Nonché dei bambini costretti evidentemente a mentire sotto minaccia. Niente, la Casa delle Libertà non demorde: "Menzogne, menzogne, menzogne" ripete nervosamente e per ben tre volte il vicepresidente dei senatori di Fi Lucio Malan.

Ma la più agguerrita resta ancora una volta Lei, la Sottosegretaria: "Ancora una volta la sinistra urlerà le sue menzogne - tuona una accaldata (era in albergo e non per strada) Valentina Aprea - ma noi non ci faremo intimidire". Anche perché - spiega come solo chi veramente se ne intende può fare - "noi il tempo non lo vogliamo pieno, ma pienissimo". Sì, ma di che?


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