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Manifesto:I prof del Tasso contro Fioroni

dicono gli indignati professori del Tasso: «Se il ministro pensa di affrontare in questo modo i problemi della scuola, sbaglia strada».

24/11/2006
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il manifesto

IRoma

Dire che ci sono rimasti male è dire poco. I professori del liceo Tasso, storica scuola della borghesia romana con l'indelebile etichetta di sinistra, sono rimasti di sasso quando, l'altro ieri, il ministro dell'Istruzione pubblica Giuseppe Fioroni si è presentato di buon mattino per parlamentare con gli occupanti. Tanto che hanno deciso di scrivere una «lettera aperta» al ministro, per dirgli, con toni piuttosto duri, che così non dà certo il buon esempio. L'antefatto: lunedì un gruppo di studenti ha deciso di occupare il liceo contro i tagli della finanziaria. Ma la forma di protesta è stata subito contestata da un buon gruppo di studenti, che sono rimasti fuori dal portone per due giorni a fare gruppi di studio sulla finanziaria, contrari a un'occupazione decisa senza un voto democratico. D'accordo con loro la maggior parte (e forse la totalità) del corpo docente. Senonché, in questa situazione, di punto in bianco, martedì mattina si presenta il ministro in persona, che entra nella scuola e parla con gli studenti, per dirgli che se vogliono il dialogo non possono mettersi in una situazione di illegalità. Ci rimangono male gli studenti contrari all'occupazione, ma anche i professori: «Di tale incontro nessuna delle componenti dell'istituto era stata informata», scrivono nella lettera, firmata da una trentina di professori che ieri mattina si sono ritrovati a scuola per un consiglio che non era dedicato alla questione dell'occupazione. E ricordando che lunedì già due ispettori del ministero erano entrati nella scuola per parlare con gli studenti, aggiungono: «L'ulteriore legittimazione che il ministero, nella persona dello stesso ministro, ha dato a un gruppo sparuto di studenti in una sede in palese stato di illegalità, ci sembra fortemente lesiva della dignità della scuola stessa e della sua centrale funzione educativa». Gli insegnanti si sentono ignorati, in questa occasione, come nelle altre: «Sembra che la scuola, a cui tanti si affannano a attribuire responsabilità e compiti, non goda di alcun rispetto, né di alcun potere e possa essere scavalcata e ignorata». Unica attenuante riconosciuta al ministro, «l'inesperienza». Ma, dicono gli indignati professori del Tasso: «Se il ministro pensa di affrontare in questo modo i problemi della scuola, sbaglia strada». Ci. Gu.


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