Manifesto: I no Gelmini accusano: «Botte da politici Pdl»
Il bilancio della giornata è quello di un ministro fantasma che fugge alla protesta. E gli studenti che si riuniscono a Palazzo Nuovo in assemblea.
Mauro Ravarino
Pensavano di trovarsi di fronte il ministro Mariastella Gelmini. Volevano portarle direttamente la voce della contestazione. Al Miur o nella sede del Pdl, ovunque lei fosse durante la visita a Torino. Invece, ad aspettare al varco gli studenti dell'Onda c'erano l'onorevole Agostino Ghiglia e il consigliere comunale Roberto Ravello. Ex An e ora esponenti di punta del partito berlusconiano, che alle buone maniere avrebbero preferito, a sentire i racconti degli studenti, cinghie e spintoni nei confronti di ragazzi anche giovanissimi. «Non vi picchio, vi sciolgo nell'acido con la cinghia, così ci diceva Ghiglia», accusano i ragazzi.
Gli studenti erano venuti a sapere giovedì che il ministro all'Istruzione sarebbe venuto a Torino. Uno dei motivi, oltre al tour de force di visite alle varie fondazioni, l'incontro con la famiglia di Vito Scafidi, il ragazzo morto un anno fa a Rivoli sotto il tetto di una scuola (a lui sarà intitolato il liceo Darwin). L'Onda si riunisce a Palazzo Nuovo, iniziano un volantinaggio e un presidio «contro la riforma dei tagli e della privatizzazione». Intanto un liceo, il Giordano Bruno, viene occupato. Gli studenti universitari e medi decidono di raggiungere il ministro. Ma se ne perdono le tracce. Dicono sia al Miur, poi alla Compagnia San Paolo. Inizia una specie di «inseguimento». È il primo pomeriggio, l'ultima voce: «È nella sede del partito, in corso Vittorio Emanuele, per una riunione». L'Onda, armata solo di cori e striscioni, si trasferisce lì. Varca il portone, sale le scale, ma viene fermata. A far da muro, tra gli altri, i due politici del Pdl, Ghiglia e Ravello. E finisce presto in parapiglia. Calci, spintoni, pugni. «Si sono avventati contro di noi con foga» racconta Matilde: «È imbarazzante vedere dei cinquantenni così scalmanati con ragazzini delle superiori». La versione di Ghiglia è opposta: «Sono entrati nel portone hanno rotto vetri e ci hanno aggrediti. Quest'Onda è anomala nel senso che non sono studenti ma, come diciamo da anni, delinquenti comuni che vanno sgomberati dai centri sociali». L'obiettivo si palesa: alimentare la tensione, come se già non ce ne fosse, sugli spazi occupati a Torino. Alla fine, una decina di poliziotti con caschi e scudi respingono con forza la protesta degli studenti. Si registrano contusi. «Hanno buttato i ragazzi letteralmente giù dalle scale» spiega Noemi. Gli studenti erano un centinaio. «Voglio ritrarci come violenti, dicono che siamo manovrati dai centri sociali, quando, basta vederci, siamo universitari e studenti medi». Il bilancio della giornata è quello di un ministro fantasma che fugge alla protesta. E gli studenti che si riuniscono a Palazzo Nuovo in assemblea.