Manifesto: I maestri contro il ministro: «Così uccide la scuola»
Un'assemblea dà vita a un coordinamento romano degli insegnanti e dei genitori
Andrea Gangemi
ROMA Alle nove l'aula è già piena alla «Iqbal Masih», la scuola elementare romana che ha risposto per prima alle «novità» del decreto Gelmini sulla scuola, prima fra tutte il ritorno del maestro unico. Qui si sono dati appuntamento i docenti del 126esimo collegio capitolino, ed è nato ieri il coordinamento cittadino degli insegnanti e dei genitori. Obiettivo, contrastare l'iter del provvedimento che, oltre a cancellare il premiato (dai test internazionali) team di insegnanti e tagliare novantamila posti di lavoro, fissa per le elementari corsi di 24 ore a settimana, mettendo fine di fatto (per quanto la ministra possa smentire a parole) al tempo pieno. E dunque, appuntamento davanti al parlamento per un presidio giovedì prossimo 11 settembre, giorno in cui il decreto sarà discusso dalla commissione cultura (stamattina invece viene presentato alla Camera, in prima seduta dopo la pausa estiva). Mentre il coordinamento si riunisce, sempre alla «Iqbal Masih», già lunedì prossimo alle 17 in un'assemblea cittadina. «Certo dobbiamo coinvolgere i sindacati - interviene una maestra - ma anche pedagogisti capaci di spiegare l'assurdità di un balzo indietro di trent'anni. C'è da mettere un drappo nero in tutte le scuole - continua - comprare pagine di giornale». Si capisce che la ministra non avrà vita facile nei prossimi mesi. «Dopo i tagli- - osserva un altro docente - ci potremo scordare l'integrazione: tutti gli alunni con particolari difficoltà verranno relegati in classi differenziali». Il disegno di una scuola più autoritaria è «evidente» per Simonetta Salacone, dirigente scolastico del 126esimo circolo. Che mette in rilievo anche il problema delle supplenze: «Le faranno i docenti in soprannumero». E sul tempo pieno Salacone spiega: «Qui la sperimentiamo dal 1972: la formula del team - dice - funziona meglio della pluralità docente nella secondaria superiore, rispetto alla quale può fare da modello. C'è più integrazione didattica, ci sono più laboratori». Oltre a muoversi in sinergia con gli istituti degli altri distretti cittadini e con l'associazione scuole autonome del Lazio, il coordinamento romano ha aderito anche alla petizione contro il ritorno del maestro unico organizzata dal centro studi per la scuola pubblica di Bologna e dal coordinamento nazionale in difesa del tempo pieno e prolungato.