Manifesto: I «giovani» anti sindacato In 20 col lumino da morto
La marcia per sostenere lo scalone è un flop. Davanti alla Cgil stanno un minuto per fare la foto e fuggono. I giovani Cisl vanno davanti all'Ulivo. Solo dentro la Cgil sembrano parlare di temi concreti
Antonio Sciotto
Roma Mai visto uno spettacolo più pietoso: la «marcia» dei giovani contro il sindacato si è tradotta in un flop totale, e dispiace quasi scriverne, occupare spazi che forse avremmo potuto più utilmente dedicare alla storia di qualche lavoratore precario. Lavoratori in carne e ossa, intendiamo. Ma è il tema del giorno, tirato al centro delle cronache dalla lettera di Veltroni di ieri a Repubblica, dove il sindaco di Roma - candidato a guidare il Pd e forse il paese - propone un «nuovo patto generazionale» al sindacato, perché si «svecchi»: contrapponendo i giovani agli anziani, i diritti dei precari a quelli dei «garantiti».
Ci saremmo aspettati più gente, dunque, davanti alle sedi di Cgil, Cisl e Uil. E ieri, dentro la sede della Cgil, alcuni delegati e giovani quadri del sindacato si erano preparati a incontrare anche una delegazione, se solo questa gente fosse «esistita». Ma è ovvio che è stato solo uno spettacolo per i media: un gruppetto di giovani dall'aspetto parrocchiano, con in mano una decina di lumini da morto, si sono stretti intorno ai deputati Giachetti, della Margherita, e Della Vedova, di Forza Italia, che hanno dichiarato a microfoni e telecamere: 5 minuti di «celebrità». Poi, dopo esattamente un minuto dall'arrivo davanti alla Cgil di Corso d'Italia, la «fuga». «Ci siamo anche noi!», recitava il loro slogan.
E dire che dentro la Cgil c'erano i lavoratori dei call center, alcuni rappresentanti del Nidil - la categoria dei precari - gli universitari. Dentro il sindacato, evidentemente, il principio «politico» del confronto, dello scambiarsi le idee ha ancora un significato: l'incontro con una delegazione di questi giovani - se si fosse mai tenuto - si sarebbe svolto nella Sala Santi di Corso d'Italia.
I temi? Parlando con i ragazzi del sindacato, il nodo dell'attenzione più che sui contributi e le pensioni, è concentrato sul mercato del lavoro, di come sono vissuti oggi la fatica, i salari bassi e intermittenti, le condizioni pessime, le incertezze che si vivono. Così loro rispondono alla lettera di Veltroni e a chi polemizza contrapponendo giovani e anziani: è sbagliato spostare tutto il peso sulle tutele e gli ammortizzatori, senza mettere al centro le condizioni reali del lavoro, la sua sofferenza concreta, l'incertezza perenne che porta con sé.
Abbiamo parlato con alcuni dei presenti alla Cgil. Francesco Sinopoli, della Flc - la categoria dei ricercatori - nota come sia «ridicolo che le manifestazioni vengano organizzate dai partiti di governo davanti al sindacato: perché non vanno a Palazzo Chigi? Chiedano lì di essere ascoltati, è lì che si dà soluzione politica ai problemi. Noi rappresentiamo i lavoratori, non siamo un partito o un'istituzione». Roberto D'Andrea, del Nidil, giudica «inaccettabile che si vada dietro a temi liberisti contrapponendo i diritti di giovani e anziani: dovremmo piuttosto discutere di come includere i giovani. Di come far rientrare i precari - i cocoprò, gli interinali, i contratti a termine - nelle piene tutele. Il problema non è generazionale, ma capire chi è escluso e chi no: si cancelli la legge 30 per sostituirla con norme eque, ci diano una mano su questo terreno». Così, Filomena Trizio - segretaria del Nidil - nota che «non ha senso parlare oggi di scalone a chi ha 30 anni: i giovani sono nel sistema contributivo, piuttosto costruiamo per loro dei coefficienti intelligenti». Alessandro Genovesi (Slc, call center) spiega che «è in atto il tentativo di divedere giovani e anziani, i padri dai figli: io con questi giovani mi sarei confrontato per dire che per parificare le tutele non dobbiamo abbassarle a chi le ha già, ma piuttosto vanno aumentate a chi non è coperto. Ci sono fior di proposte di legge depositate in Parlamento contro la precarietà, per il reddito di cittadinanza, gli ammortizzatori. Confrontiamoci su questo».
Intanto, anche i giovani della Cisl si mobilitavano, ma davanti alla sede dell'Ulivo, per protestare contro la Margherita che a sua volta aveva organizzato la fiaccolata di ieri. Una vera «maionese impazzita».