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Manifesto-Graduatorie, scoppia il caos nelle scuole

Graduatorie, scoppia il caos nelle scuole Una sentenza del Tar del Lazio cambia per l'ennesima volta la sorte dei supplenti. Per il ministero "è tutto regolare", ma annuncia ricorso. E alla camera ...

07/10/2005
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il manifesto

Graduatorie, scoppia il caos nelle scuole
Una sentenza del Tar del Lazio cambia per l'ennesima volta la sorte dei supplenti. Per il ministero "è tutto regolare", ma annuncia ricorso. E alla camera blitz sulla riforma
CI. GU.
ROMA
Preoccupazioni a non finire per l'ultima sentenza del Tar del Lazio sulla normativa che governa - termine quanto mai inesatto vista la situazione - le graduatorie degli insegnanti. Un terremoto che potrebbe riguardare non solo i precari, ma persino i neo assunti. La sentenza risale a quest'estate, ma le motivazioni sono state depositate solo qualche giorno fa. Il Tar risponde a un gruppo di ricorrenti - uno dei tanti contro la legge 143 e i decreti che ne sono scaturiti - che contestavano la legittimità della formula per calcolare i punteggi. I giudici hanno accolto la contestazione del limite massimo di sei mesi per calcolare la somma del servizio specifico e del servizio non specifico (quello prestato dai docenti in una diversa classe di concorso o in un diverso ordine di scuola). Intanto, la maggioranza ha annunciato che il decreto sul secondo ciclo andrà in aula martedì 11 ottobre, e non più il 17 come si pensava. Tanto che i parlamentari di opposizione hanno denunciato "l'ennesimo colpo di mano". Per tornare alla sentenza del Tar, questi i termini: prima della nuova legge, il servizio non specifico non era calcolato. Dopo una lunghissima trattativa, che trovava favorevoli e contrari in entrambi gli schieramenti, è stata introdotta la possibilità di calcolare anche il servizio non specifico, chee però vale la metà. Inoltre, è stato stabilito un limite di sei mesi per "accumulare" punteggio. Ebbene, il Tar sostiene che non può esistere un limite temporale, ma solo un limite di punteggio. Ciò significa che - teoricamente - le graduatorie potrebbero essere riviste, cambiando tutte le posizioni. Ieri il ministero di viale Trastevere ha diramato una nota per assicurare che "le graduatorie sono perfettamente regolari", e ha annunciato che proporrà ricorso al Consiglio di stato.

"E' difficile calcolare quante persone questa novità potrebbe toccare - spiega la sindacalista della Cisl Piera Formilli - Ma il problema non è solo questo, quanto il nuovo elemento di incertezza che va a colpire il sistema delle graduatorie". Le conseguenze potrebbero essere piuttosto gravi: "E' evidente - spiega Formilli - che in questo modo si indebolisce quell'elemento di garanzia voluto dalla nostra costituzione che prevede una valutazione oggettiva dei titoli per chi lavora nella pubblica amministrazione". "Il caos nel ministero della Moratti è tale che siamo di fronte ormai alla decima correzione delle graduatorie a seguito di sentenze di condanna dell'amministrazione - rincara la dose il segretario della Cgil Flc Enrico Panini - il ministro Moratti deve chiedere scusa agli italiani - continua - per aver ripetutamente dichiarato la regolarità nell'avvio dell'anno scolastico considerato che da luglio, quando è stata depositata la sentenza, si sapeva che purtroppo non sarebbe stato così". Dietro l'angolo non è difficile intravedere l'avvento di un nuovo metodo di reclutamento degli insegnanti: la chiamata diretta da parte dei presidi, prevista esplicitamente dalla riforma Moratti. Domenico Damiani dei Cobas chiede che "i precari vengano definitivamente ammessi in ruolo. Ormai non è più una questione di un punto in più o di un punto in meno - osserva - ma una questione politica: è la filosofia del lavoro precario che crea situazioni di questo genere. E viste le recenti dichiarazioni di Treu, il quale sostiene che la filosofia della legge Biagi tutto sommato va bene - osserva - mi chiedo quali siano le intenzioni del centrosinistra".


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