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Manifesto-Graduatorie scolastiche addio

Il nuovo decreto della riforma Moratti: un albo per gli insegnanti CINZIA GUBBINI ROMA Addio alle graduatorie scolastiche e al concorso pubblico. In una delle prossime sedute del Consiglio dei min...

21/07/2004
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il manifesto

Il nuovo decreto della riforma Moratti: un albo per gli insegnanti
CINZIA GUBBINI
ROMA
Addio alle graduatorie scolastiche e al concorso pubblico. In una delle prossime sedute del Consiglio dei ministri, Letizia Moratti proporrà il quinto decreto attuativo della sua riforma, uno dei più temuti: quello sulla formazione - e il reclutamento - degli insegnanti. Come si potrà, dunque, diventare insegnante? Il primo passo sarà iscriversi a una laurea specilistica, necessaria per insegnare nelle scuole di ogni ordine e grado. I corsi saranno a numero chiuso, il candidato dovrà superare una prova di ammissione a livello nazionale; ad accertarne i requisiti sarà un'apposita commissione, nominata dalla struttra accademica. Il numero dei posti disponibili sarà basato da una programmazione triennale, basata sui posti vacanti nelle scuole - rilevati a livello regionale - tenendo conto dell'offerta potenziale delle università.

Finora i tentativi di attuare una seria programmazione dei posti che il sistema scolastico può assorbire sono falliti miseramente. Doveva funzionare così anche per le Scuole di specializzazione (Ssis), invece i corsi sono proliferati in modo indiscriminato, sia perché la programmazione ha continuato a ignorare il blocco delle assunzioni, sia perché gli ateni hanno tutto l'interesse ad attivare corsi a pagamento. Ma le Ssis non esisteranno più, al loro posto veranno istitutit Albi regionali in cui i prof in erba potranno iscriversi dopo aver ottenuto la laurea.

E qui scattano le nuove regole per il reclutamento: il decreto spiega che ogni scuola stipulerà convenzioni con i "Centri per la formazione degli insegnanti" (una nuova struttura universitaria) assumendo per due anni con uncontratto di formazione lavoro gli aspiranti insegnanti iscritti nell'Albo regionale di riferimento. Una sorta di tirocinio a cui il decreto riconsoce "valore di praticantato", che comproterà anche "un'assunzione di responsabilità d'insegnamento". In parole povere, i praticanti occuperanno posti di lavoro vacanti. Alla fine dei due anni, l'ok all'assunzione definitiva dovrà arrivare dal Comitato per la valutazione del servizio di ogni scuola, di cui fa parte il dirigente scolastico e due o quattro insegnanti. Ottenuto il via libera, il prof sarà vincolato a non chiedere il trasferimento per almeno tre anni.

Infine, il decreto prevede che, dalla sua approvazione, le attuali graduatorie esisteranno fino a esaurimento. Nel frattempo il numero di posti individuato dalla programmazione triennale sarà così ripartito: il 25% riservato alle lauree specialistiche, il 25% agli idonei di concorsi (in cui potranno trasferirsi i sissini), il 50% agli iscritti nelle graduatorie permanenti.

Le nuove regole sono state bocciate dalla Cgil e dalla Cisl. "Il ministro tenta il blitz in piena estate - attacca il segretario della Cgil Flc, Enrico Panini - d'ora in poi solo assunzioni a termine, per chiamata diretta, senza diritti e senza certezze". Francsesco Scrima, segretario della Cisl, punta il dito innazitutto sull'(ennesimo) eccesso di delega: "Il ministro doveva decretare sulla formazione, e non certo rivoluzionare il reclutamento".


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