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Manifesto: Governo in retromarcia

Ma su 130 mila insegnanti si abbatte la tagliola di Gelmini Soppressa la norma che impediva la stabilizzazione per i precari

22/10/2009
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il manifesto

S. F.
«Una grande vittoria», la definiscono Pd e Idv. Dopo la bagarre di martedì, la camera - dove è in corso la lettura del decreto che riguarda i precari della scuola - ha approvato con voto bipartisan la nuova formulazione sulla trasformazione dei contratti a termine per supplenza in contratti a tempo indeterminato. Secondo la nuova formulazione, i contratti a tempo determinato per il conferimento di supplenze «si trasformano in rapporti a tempo indeterminato solo nel caso di immissione in ruolo», secondo le leggi vigenti. Uno scampato pericolo, dato che la formulazione originaria voluta dal governo, su cui si era scatenata bagarre in aula martedì, prevedeva l’impossibilità di trasformare i contratti a termine in contratti stabili. Nello stesso giorno in cui Tremonti e Berlusconi giuravano e spergiuravano sul valore del posto fisso.
Probabilmente per evitare vizi di costituzionalità governo e maggioranza sono dovuti giungere a più miti consigli. «Abbiamo condotto una battaglia contro l’insicurezza a vita dei precari e la modifica del comma 1 del decreto è una vittoria dell’opposizione ma soprattutto un atto di giustizia verso chi da anni si occupa della scuola e dell’educazione dei nostri figli», commenta Marina Sereni (Pd), «ora si apre uno spiraglio con la possibilità per i precari di entrare nelle graduatorie a esaurimento». Resta il fatto che su circa 130 mila precari della scuola - un vero e proprio licenziamento di massa - sta per abbattersi la tagliola del governo. I tanto sbandierati «contratti di disponibilità», che in buona sostanza dipendono dalla volontà e dalla capacità d’investimento delle singole regioni, non riguardano che una minima parte del corpo docente precario, mentre la scuola ha bisogno di cattedre, ripetono inascoltati, i precari della scuola.
Nelle settimane scorse il pronunciamento del giudice del lavoro di Treviso ha riconosciuto il diritto all’indennità di carriera a un gruppo di insegnanti precari, alcuni dei quali pluridecennali. Il giudice ha riconosciuto, in altre parole, che le supplenze lunghe, protratte anche per vent’anni, costituiscono «un abuso di contratti a tempo determinato». Anche contro questa sentenza, che potrebbe costituire un precedente importante, è sembrato muoversi il tentativo (fortunatamente sventato) del ministro Gelmini martedì.
Le modifiche al decreto in discussione alla camera, tra l’altro, non vanno nella direzione indicata dai giudici del Tar del Lazio sull’inserimento dei precari nelle graduatorie. Il tribunale amministrativo aveva intimato al Miur, pena il commissariamento, l’eliminazione delle «code» (ossia quella modalità di chiaro impianto leghista per cui gli insegnanti vengono immessi in graduatoria non secondo il punteggio, ma sulla base della provenienza geografica) entro trenta giorni. Per il prossimo anno scolastico, quindi, i precari che hanno scelto tre nuove province, oltre alla priopria, rimarranno in fondo alle graduatorie, indipendentemente dal punteggio. Dal 2011, stando alle novità previste dal decreto, ci sarà una graduatoria unica: gli insegnanti potranno scegliere una sola altra provincia oltre alla propria ed esservi inseriti in base al punteggio


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