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Manifesto: Gli specializzandi in piazza

Sciopero di 3 giorni per chiedere al governo «bando e contratto»

03/04/2007
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il manifesto

Irene Panozzo*
«Rimpiangiamo le paghette», scrivono i pediatri. «Ci rode il fegato», protestano gli epatologi. «Non siamo in vena», avvertono i chirurghi vascolari. Con questi e altri cartelloni i medici specializzandi di tutta Italia hanno manifestato ieri mattina davanti a Montecitorio. Frasi diverse per una conclusione sempre uguale: «bando e contratto subito». Gli specializzandi italiani vogliono che il governo si impegni a presentare lo schema tipo del nuovo contratto e a pubblicare il bando di concorso per i neolaureati che quest'anno devono entrare nelle scuole.
Questa volta i giovani camici bianchi hanno deciso di dare battaglia. Optando per tre giorni di sciopero, dal 2 al 4 aprile, con tanto di manifestazione nazionale e di incontro con il sottosegretario all'Università Luciano Modica. Da 8 anni si attende che la legge del 1999 che riorganizzava il sistema di formazione specialistica dei medici sia attuata. Nell'autunno scorso il primo passo, con il finanziamento della riforma inserito nella Finanziaria 2006. Ma c'è ancora bisogno dei decreti attuativi e di un contratto tipo, che tardano ad arrivare.
Nel limbo creato dai ritardi burocratici il caos prende il sopravvento. Le direzioni delle Scuole non sanno più come comportarsi e cosa dire ai propri iscritti. E nemmeno a quei neolaureati che aspettano il bando per iniziare la seconda fase della formazione. Una fase obbligatoria, che dura in media 5 anni, durante i quali gli specializzandi si trovano a lavorare anche 12 ore al giorno colmando spesso i buchi degli organici ospedalieri, senza tutele in caso di malattia o maternità. Tre giorni di sciopero, quindi, rischiano di mettere seriamente in difficoltà i dirigenti dei reparti, che in molti casi hanno cercato di impedire l'adesione alla protesta con toni vagamente minatori.
Ieri in piazza però erano davvero in tanti, da tutta Italia, con i camici bianchi e tanta rabbia. E con la consapevolezza che la protesta, forte anche della solidarietà dei sindacati, può smuovere le cose. È già successo con lo sciopero del 2 marzo: neanche una settimana dopo è arrivata la firma di Prodi al primo decreto attuativo. Questa volta è stato il sottosegretario Modica a impegnarsi a nome del governo, assicurando che la Conferenza Stato-Regioni ha «espresso un impegno ad approvare definitivamente la bozza di contratto degli specializzandi nella prossima seduta del 19 aprile».
Solite promesse o qualcosa di più concreto? «Noi continuiamo lo sciopero - ci spiega Riccardo Casadei, vicepresidente di Federspecializzandi - e aspettiamo di vedere se le promesse saranno mantenute. Dopo il 19 aprile decideremo il da farsi». Determinati ad andare fino in fondo perché «più diritti per noi significano più sanità per tutti».
*Lettera22


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